(Invito alla riflessione)
INTRODUZIONE ALLA VERITÀ
(commenti, considerazioni,
riflessioni di amici animalisti)

Amici animalisti,
la nostra lotta non e' persa ......e' vero, i casi di sfruttamento e maltrattamento degli
animali sono numerosi, troppo numerosi, ma ci sono molte persone che si danno da fare per
la loro tutela.
Se alla vista di questo enorme problema quale e' la mancanza totale del rispetto della
vita degli animali, ci abbattiamo, perderemo una lotta che puo' essere in parte vinta.
Possiamo farcela, dobbiamo continuare a lottare. Ci dobbiamo rafforzare, coordinare, unire
tutte le forze singole e associative; conoscere e far si che vengano applicate, rispettate
e tenute in considerazione dal profondo sud del nostro paese al nord le leggi che ci
sono a favore degli animali. Questo modo telematico di comunicare e' un grosso passo
avanti che ci viene in aiuto, facciamone buon uso. Continuiamo a combattere la nostra
ormai anacronistica cultura contadina.
Molte denunce e mobilitazioni sono riuscite a far emergere i silenzi e le omerta' che si
nascondono dietro le gare clandestine con cani, le uccisioni con esche avvelenate, i
maltrattamenti ad animali.
FORZA AMICI!

Animali e
bambini: una contrapposizione "made in Italy"
"Gli animali? Ma perché non pensiamo prima ai bambini?". In Italia
(e non solo in Italia, perché all'estero non c'è mai stata contrapposizione fra impegno
umanista ed impegno animalista) c'è sempre un cretino di turno che appena sente parlare
di animali (e solo quando sente parlare di animali) si ricorda dei bambini e si scioglie
in lacrime.
Rispondere a questo cretino è tempo sprecato, ma se si volesse farlo bisognerebbe fargli
notare quant'è ipocrita quel "prima" riservato ai bambini per lasciare
intendere che "poi" si potrebbe anche pensare agli animali: un
"poi" che in realtà non si avvererebbe mai perché, quand'anche si
riuscisse nell'impossibile impresa di assicurare a tutti i bambini del mondo le
migliori condizioni di vita (cominciando dai bambini italiani o da quelli del Kossovo? o
da quelli Utu e Tutsi? con precedenza per i neonati o per quelli in età scolare?),
nel frattempo sarebbero scomparsi dalla faccia della terra non solo gli animali ma anche
tutte le altre categorie di emarginati destinati a cedere il passo ai bambini nella
rivendicazione dei loro diritti.
In realtà nessuno deve cedere il passo a nessuno. Sofferenza e dolore non valgono di più
o di meno a seconda di chi soffre, altrimenti bisognerebbe stilare una graduatoria
in cui nessuno accetterebbe il posto assegnatogli e tutti quanti odierebbero coloro che
fossero riusciti ad avere un posto più favorevole. Sofferenza e dolore sono uguali
in tutti gli esseri senzienti sono uguali di fronte alla sofferenza e al dolore: il
piccolo scimpanzé catturato mediante l'uccisione della madre come il bambino
succube di un pedofilo, i cani seviziati in un asilo trasformato in camera di tortura come
i malati di mente che si rotolano nei propri escrementi senza che nessuno si curi di loro.
Impegnarsi per gli animali uccisi per sport, torturati per diletto o rinchiusi in
canili-lager che gridano vendetta di fronte a Dio e di fronte agli uomini, vale
esattamente quanto l'impegno in favore degli anziani condannati alla
solitudine (non è un caso che molti di loro trovino conforto proprio nella compagnia di
un animale), o dei malati che non hanno chi li assista (non è un caso che per molte
malattie il contatto con animali abbia effetti terapeutici), o dei bambini che crescono in
ambienti degradati (e neppure è un caso che uno dei modi più efficaci per reintegrare
questi bambini nella società si sia rivelato quello di accostarli a dei piccoli
animali bisognosi di attenzioni e di affetto).
Non c'è da scegliere fra questo e quello, non c'è da discutere se prima o se dopo, c'è
solo da agire, in direzione ed a beneficio di chi, solo la storia personale di ogni
individuo ha titolo per stabilirlo. Non è immorale combattere una sofferenza
anziché un'altra, è immorale non combatterne nessuna.

Pet-therapy
Una bambina autistica che
"giocando"col gattino lo sbatte al muro o gli stringe la testina con le
sue mani forti e inconsapevoli; un alcolista che compra un cucciolo di cane e poi lo
lascia crescere perennemente alla catena, nemmeno lunga come previsto dalla legge, senza
mai una carezza, un gioco, una passeggiata; un tossicodipendente che si fa comperare dai
genitori un alano da esibire agli amici e forse a se stesso come elemento
sostitutivo alle proprie fragilita', poi lo tiene sempre chiuso in casa in una
stanza.
Questi sono alcuni casi in cui vengono affidati animali da compagnia a scopo
terapeutico quando in realta' si rivelano essere veri e propri casi di
maltrattamento di animali previsti dalla legge 473/93 che modifica l'art. 727 del C.P.
Non dimentichiamoci di quell'idea davvero peregrina del "cane spazzino" di
cui si parlo' tempo fa ed esibito in TV. Una sorta di delega all'animale di risolvere
il problema degli sporcaccioni e, preconizzando gia' l'assenteismo ingiustificato
degli operatori ecologici.
Almeno in quel caso il buon senso ha prevalso: e' necessaria una forte
"attenzione" ai propri fallimenti. L'uomo sembra teso a delegare agli animali la
soluzione, o gran parte di essa, ai problemi che egli stesso crea. I disturbi del
comportamento e i disagi mentali hanno radici lontane, ma e' inconfutabile che oggi nella
graduatoria delle "malattie del progresso" sono posizionate ottimamente.
Gli animali sono ammessi in ospedale . Anzi, sono richiesti. A Padova hanno deciso, i
sapienti medici-scienziati che dirigono l'ospedale, che maiali, oche, conigli, cani,
gatti, ecc. circolando nelle corsie esercitano una influenza benefica e terapeutica sui
pazienti, soprattutto sui bambini.
Ogni qual volta si parla degli animali "amici dell'uomo", utili cioe' a qualcosa
d'altro che a fornire bistecche o a far da bestie da soma, o da cavie o da giullari
nei circhi e nelle fiere, ogni qual volta che appaiono notizie su come gli animali aiutino
i ciechi, o i disabili, o i malati psichici, si avverte dai giornalisti o da chi
riferisce, un curioso spirito paternalistico. Par che dicano: " in fondo questi
esseri inferiori possono far parte del nostro mondo, ovviamente sotto la nostra tutela e
controllo". Sembra che per essi, forse per molti altri, l'essere utile al
benessere materiale, innalzi almeno un poco di dignità di questi esseri schiavi, ne
giustifichi almeno in parte l'esistenza. Comunque li rende degni della nostra benevolenza.
Tornando all'ospedale di Padova, la notizia e' demenzialmente assurda. Assurda perche' la
premessa necessaria della terapeuticita' della relazione uomo-animale e' un rapporto
sufficientemente libero e armonioso. Vi immaginate quei maialini, cani, gatti, conigli,
papere, strappate a forza dai loro truogoli o aie, insomma di loro ambienti di vita, e
portati di peso in corsia, in pavimenti artificiali, tra odori di medicinali e di
malattia, e fetori umani? Gli faranno una disinfezione e disinfestazione perche' diventino
asettici animali giocattoli? Che buontemponi questi medici e che utili idioti quelli che
prestano il loro facile entusiasmo per queste trovate!
E' paradossale e schizofrenico pensare che dei bambini possano avere un salutare
rapporto con gli animali e chiedere al contempo di vederli gioire nel vederli dietro
le sbarre dello zoo o sollecitati con pungoli elettrici a saltare nell'arena del circo. A
meno che per terapeutico ed educativo non si intenda un rapporto che consoli e diverta
durante la degenza ospedaliera e coltivi ad un tempo atteggiamenti di indifferenza e
sadismo. Quegli zelanti medici che gridano al miracolo nello scoprire che la vicinanza con
il mondo animale giova alla salute dei loro pazienti si sono pronunciati ed impegnati come
al solito alla medicina di rimedio e non di prevenzione.

Animalismo
Un animalista e' una persona che ritiene che
gli animali non umani siano portatori di diritti e come tali non debbano essere in alcun
modo sfruttati, schiavizzati, maltrattati ecc. dagli animali umani.
Si pone in primo piano, dunque il rispetto per gli altri animali. E gli animali da
rispettare sono tutti: non solo i gatti e i cani, ma anche le mucche, i maiali, i topi,
ecc.
In realta', ognuno puo' dare una definizione un po' diversa di che cosa si intende per
animalista, perche' non siamo fatti con lo stampo. Pero' un animalista non potra' mai
giustificare una prevaricazione di un essere umano su un altro animale dicendo che
l'essere umano ha il diritto di farlo solo perche' e' un umano e l'altro animale non lo
e'.

Cane e bastone
A volte si associa cane e bastone come fosse
il connubio naturale per insegnare a questi animali come comportarsi. Roba da matti!
In vita mia ho avuto a che fare con molti cani e gatti, da alcuni mi avevano anche messo
in guardia perche' "ferocissimi". Ebbene questi animali "ferocissimi"
dopo aver avuto a disposizione il tempo di "conoscermi" senza alcuna fretta,
venivano a chiedere le carezze o si mettevano sulle mie ginocchia in mezzo ai presenti
esterrefatti.
Cosa fareste voi se veniste picchiati tutti i santi giorni senza capire il perche' o
"meglio" ancora essere costretti in un sacco e poi picchiati e presi a calci? Ve
lo dico io: diverreste degli isterici incontrollabili che appena vedono qualcosa che
secondo voi non va si avventano sul primo che capita. E' ovvio che maggiore e' la vostra
mole o la forza, maggiore e' il pericolo per gli altri. Cosi' abbiamo cani dichiarati di
pubblica pericolosita' e altre amenita' ormai retoriche. Non picchiate mai un
animale, non serve, se non sapete stare con gli animali fatevelo insegnare da chi sa farlo
veramente o non teneteli.

Vegetariano e'
meglio
Sul nostro pianeta 2 milardi di persone
malnutrite versano in condizioni di estrema poverta' e 7,5 milioni di uomini, ogni anno,
muoiono di fame.
I paesi industrializzati impiegano ben 2/3 della loro produzione cerealicola per
l'allevamento del bestiame e si accaparrano le terre migliori del terzo mondo per
coltivare cereali destinati agli animali da allevamento.
Se tutti i terreni coltivabili della Terra venissero utilizzati per produrre cibo
vegetariano, si potrebbe sfamare una popolazione 5 volte superiore a quella attuale,
risolvendo il problema della fame nel mondo.
I miliardi di animali di allevamento vivono la loro breve esistenza in condizioni atroci,
costretti in box e gabbie e utilizzati come macchine per produrre. Per loro, la
macellazione e' l'ultimo atto orribile di una sequenza di atrocita', compiute all'insegna
delle "sacre" tradizioni culinarie, quando e' accertato che il notevole consumo
di carne, tipico della nostra alimentazione e' una delle cause principali di malattie
cardiovascolari e tumorali.
Per questi esseri, vittime di tante ingiustizie e quotidiane violenze, puoi fare
sicuramente qualcosa. Commuoversi non serve, vegetariano si puo'.

Riflessione
"Nessuno pensa che i maiali desiderino
morire. Il maiale sente il desiderio di vivere e il dolore per essere ucciso esattamente
come gli esseri umani; l'unica differenza e' che non puo' dirlo a parole. Le grida dei
maiali mentre vengono uccisi sono terribili. Si dice che sembrino grida umane. Con esse i
maiali comunicano un grandissimo timore. Recentemente un manzo che veniva portato al
mattatoio si imbizzarri' quando giunse abbastanza vicino da sentire le voci angosciate
degli animali. Esso fuggi' attraverso la citta' come un prigioniero condannato a morte. Il
suo improvviso desiderio di liberta' indusse tutti, persino l'autista del furgone della
morte, a una pausa di riflessione. Era giusto mandare a morire un animale che desiderava
disperatamente vivere? Forse si poteva fare un eccezione e risparmiarlo. Ma che dire degli
altri? Non hanno tutti gli stessi sentimenti? Se si deve rispettare la resistenza, la
mancanza di resistenza conferisce un diritto di uccidere? Noi sappiamo che cosa vuole il
manzo: esso vuole vivere. Non vuole sacrificare se stesso per nessunissima ragione.
Quando gli esseri umani rifiutano di infliggere dolore ad altri esseri umani, e'
senza dubbio perche' suppongono che essi sentano. Noi rispettiamo i limiti fisici di
un'altra persona non perche' puo' pensare, ne' perche' puo' ragionare, e neppure
perche' puo' parlare, ma perche' puo' sentire.........Esattamente come un animale.

Educazione
In Italia esistono l'art.727 del Codice Penale, che stabilisce che il
maltrattamento di animali e' reato penale, e l'art, 112 della Costituzione, che stabilisce
l'obbligatorieta' dell'azione penale. Purtroppo, esiste anche una Magistratura che non si
accorge delle frequenti notizie di reati commessi contro gli animali (seguendo i giornali
locali o le televisioni locali ci sarebbe da aprire un'inchiesta quasi ogni settimana)
lasciando sostanzialmente inapplicato l'articolo 727 C.P. e diffondendolo una generale
convinzione di impunita'. Quando poi una notizia "esplode" e l'opinione pubblica
inorridisce, come nel caso in questione, tutti fanno un gran parlare di educazione,
problemi sociali, eccetera, dimenticando che l'educazione e' senz'altro la cosa piu'
importante perche' consente di sperare in una societa' migliore, ma richiede tempi lunghi.
Nel frattempo, se si applicassero puntualmente e rigorosamente le norme di legge esistenti
appunto, l'art.112 della Costituzione e l'art.727 del Codice Penale, avremo meno occasioni
di inorridire ed agli animali sarebbero risparmiate non poche sofferenze.

L' arroganza di Civilta'
Cattolica (marzo1999)
E' di qualche giorno fa la presa di posizione di "Civilta' Cattolica",
il giornale ufficiale dei Gesuiti, contro i diritti degli animali. Secondo l'articolista,
gli animali non possono avere diritti poiche' non hanno doveri in quanto esseri inferiori
rispetto all'uomo. Stupisce che a fine millenio la Chiesa cattolica, o almeno una parte di
essa, senta il bisogno di ribadire alcuni concetti e di ancorarsi ad alcune posizioni che
francamente risultano essere inaccettabili per il tempo in cui viviamo e per il contesto
che ci circonda. L'uomo, ritenuto "essere superiore", è spesso artefice della
sua autodistruzione ed è così poco intelligente da non riuscire a comunicare con gli
altri esseri del creato. A questo uomo. per investitura divina, andrebbero riconosciuti
diritti che altri esseri viventi non hanno. Viene da chiedersi se questa Chiesa che
condanna tutto il globo terrestre ad una sottomissione all'uomo, sia conscia di quanto
poco l'uomo sia in grado, ad esempio, di dominare gli eventi naturali e di quanto egli
abbia necessita' di vivere in armonia con la natura per il suo equilibrio fisico e
mentale.
La concezione spirituale di chi ama gli animali è, ad esempio molto, piu' vicina
al naturalismo spiriturale degli Indiani d'America che non alle posizioni espresse dai
Gesuiti. In un bellissimo brano del libro "Indians" si legge:
" Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo
insegnato ai nostri. Che la Terra è nostra madre. I fiumi sono nostri fratelli , spengono
la nostra sete e nutrono i nostri bambini. L'aria è preziosa per l'uomo rosso perche'
tutte le cose dividono lo stesso respiro, l'animale, l'albero, l'uomo. Tutti dividono lo
stesso respiro. E cos'è mai l'uomo senza gli animali? Se tutti gli animali se ne
andassero l'uomo morirebbe a causa di una grande solitudine di spirito. Questo è quello
che sappiamo. La Terra non appartiene all'uomo.E' l'uomo che appartiene alla terra. L'uomo
non tesse la ragnatela della vita, ne è solo un segmento. Tutto quello che impone alla
ragnatela, lo impone a se stesso.
Ogni cosa è collegata all'altra. Come il sangue che unisce una stessa famiglia Ogni cosa
è collegata all'altra."
La grande umilta' contenuta in queste frasi semplici è la miglior risposta ai
concetti espressi da Civilta' Cattolica. Il riconoscere agli animali il diritto di non
essere usati come cavie, di non essere maltrattati e di non essere abbandonati è
espressione di civilta' e amore verso chi spesso ci vive accando senza nulla
pretendere.L'unico ad averlo capito era S. Francesco, ma forse questa è un'altra
storia.........
Manuela Valletti
Riprendiamo dal Corriere della Sera il pensiero di Danilo Mainardi.
L'UOMO SUPERIORE AGLI ANMALI?
SOLO SE LI RISPETTA!
Danilo Mainardi,
Leggendo la recente presa di posizione dei Gesuiti a proposito dei diritti degli
animali (non ne hanno e non ne possono avere) e della superiorità dell'uomo sulle altre
specie (non soltanto è diverso dagli animali, ma è superiore ad essi e quindi ha diritti
che gli animali non hanno), mi èvenuto un divertente pensiero. Questo: se i coccodrilli
avessero un dio fatto a loro immagine e
somiglianza, e così le zanzare, le gazzelle, perfino le spugne e i protozoi (insomma,
ogni animale incluso nel Systema Naturae), ebbene questi dèi farebbero ai loro «fedeli»
esattamente il discorso propinatoci dai Gesuiti. E sapete perché? Perché ogni specie
«pensa» solo a se stessa, e ciò è
fondamentale per la sua sopravvivenza. Insomma, anche se nel nostro caso vengono tirati in
ballo fattori spirituali, il succo è questo: con questi discorsi non è certo la
diversità dell'uomo che si evidenzia, perché così sono capaci
tutti di agire. Ma, a questo punto, è opportuno fare altri pensieri, perché l'uomo è,
effettivamente, diverso. L'uomo possiede, più di ogni altra specie,
cultura e consapevolezza, ed è da ciò che nasce la necessità, ormai, di un
atteggiamento più rispettoso nei confronti della natura. Per almeno due
motivi. Il primo è di ordine ecologico: la nostra cultura ci ha regalato uno strapotere
tale sulle altre specie per cui o noi riconosciamo loro certi diritti oppure continuiamo a
fare gli sfracelli che hanno prodotto l'attuale emergenza
ambientale. Per esempio: le foreste (e così ho incluso anche i vegetali) non sono al
nostro esclusivo servizio per regalarci legname; i predatori non sono «nocivi» che
possiamo eliminare in quanto nostri competitori per qualche risorsa. Quanto al secondo
motivo, è di ordine etologico: noi siamo
consapevoli, oramai, delle capacità di sofferenza degli animali, del fatto che molti
possiedono distinte capacità mentali e affettive. Ecco: io penso che l'effettiva
diversità (e superiorità) della nostra specie scaturirebbe proprio dalla nostra volontà
di esprimere una cultura più rispettosa, e meno prepotente, di quella che potrebbe
suggerire al coccodrillo il suo ipotetico dio. E ciò sarebbe un bene per tutti, e non
solo per loro.