"Amici di Casa"
maggio 2006 n. 5 Anno 7
Attualità
Vivisezione o vere adozioni?
Cani
che spariscono. "Carichi" di quattrozampe che, dai
rifugi di tutti Italia, finiscono perlopiù in Germania.
Poche le certezze ma il sospetto, forte, è che il loro
destino sia un tavolo di laboratorio.
Da tempo si dibatte e ci si
scontra su questo argomento: è giusto dare, oppure è
meglio non dare, in adozione cani e gatti all'estero in
particolare in Germania, Austria e Svizzera?
Da una parte c'è chi dice
che in questi Paesi l'amore e il rispetto per i
quattrozampe è tale che non esiste l'abbandono, mentre
c'è la volontà di aiutare cani e gatti oltre confine più
sfruttati. Dall'altra c'è chi ribatte sottolineando che
è impossibile che ci sia un così ampio margine di
richiesta e che sia invece più plausibile il sospetto
della vivisezione o qualcosa di simile. Il dubbio rimane
anche perchè di questi animali spesso si perdono le
tracce: ma dove finiscono i cani e gatti che vengono
portati all'estero?
Tanti episodi e anche tanti dubbi
L'ultimo caso raccontato
dalla cronaca risale alla metà di marzo: nella zona tra
Novi Ligure, Tortona e Alessandria si verificano
inquietanti sparizioni di cani. A segnalarlo è l'Ente
Protezione Animali della stessa Tortona che ha iniziato
a fare i conti delle segnalazioni e delle denunce
riguardanti la scomparsa di cani prevalentemente di
grossa taglia: in quattro mesi sono una ventina i
quattrozampe, tra Pastori maremmani e Schnauzer, dei
quali si sono perse le tracce. Non si sono trovati
cadaveri, quindi non si tratta di cani investiti o
magari avvelenati: semplicemente scomparsi nel nulla. Il
timore è che qualcuno li abbia rubati per destinarli a
traffici illeciti: da utilizzare magari come "avversari"
per allenare i cani destinati ai combattimenti, per
rivenderli a caro prezzo, oppure, peggio ancora, per
destinarli ai laboratori di vivisezione all'estero dove
gli eventuali microchip o tatuaggi non sarebbero più
facilmente identificabili.
Il
carico "sospetto" fermato ad Ischia
Ma di episodi analoghi ne
sono accaduti anche in precedenza e spesso molto più
alla luce del sole, talvolta con la motivazione vera o
presunta di salvarli da una vita di sofferenze. Un altro
solo pochi giorni prima, il 3 marzo: una trentina di
cani e stavolta anche di gatti sono stati bloccati
all'interno di un furgone al porto di Ischia mentre
stavano per lasciare l'isola diretti all'estero. Questa
volta su provenienza e destinazione non c'erano dubbi:
il canile italiano Monte di Panza era il punto di
partenza e la Germania era il punto di arrivo del carico
di cani e gatti. Gli animali avevano tutti regolare
microchip e autorizzazione dell'asl per essere adottati
da fantomatiche famiglie tedesche: quindi nessuna
irregolarità dal punto di vista burocratico. non
altrettanto però, si poteva dire delle condizioni
igienico-sanitarie e del loro benessere, gli animali
erano stipati in minuscole gabbie, ammucchiate una sopra
l'altra in uno spazio angusto senza scorte di acqua e
cibo nonostante il lunghissimo viaggio che stavano per
percorrere a bordo di un furgone guidato da un'autista
tedesca. Per questa ragione il "carico" è stato
sequestrato e (ahimè) riconsegnato al luogo di
provenienza anche se è stata aperta un'inchiesta. Quindi
i cani e i gatti erano diretti certamente in Germania
con la motivazione che lì erano pronte tante famiglie
amorevoli ad accoglierli in casa: ma è possibile?
Altri strani episodi...
Nel marzo 2003, esattamente
tre anni fa, un carico di circa 40 cani era pronto per
partire diretto in Svizzera e in Germania: secondo
quanto riportato dalle associazioni animaliste italiane
questi animali erano destinati agli esperimenti di
laboratorio. Solo la denuncia e il sequestro avevano
fermatola spedizione: i cani, tutti meticci, erano stati
affidati prima a un canile privato a Neviano, sulla
strada provinciale Collepasso-Tuglie, in provincia di
Lecce e in seguito nel 2001 erano stati tutti trasferiti
a Parabita. Gli animalisti avevano avuto notizia del
trasporto organizzato dai gestori del canile e avevano
presentato una regolare denuncia. Di lì a breve (nel
giugno 2003) un'altra situazione poco chiara, ma questa
volta che non coinvolge direttamente il nostro Paese:
una cinquantina di cani, tutti meticci, erano stati
scoperti in Trentino Alto-Adige a bordo di un furgone
con destinazione Coblenza, in Germania. La scoperta era
stata fatta da un gruppo di animalisti di
un'associazione di Rovereto su segnalazione telefonica
di alcune persone che avevano notato un auto fuoristrada
con rimorchio al seguito dal quale provenivano
strazianti lamenti; si trattava appunto dei 50 meticci.
Gli animali, però, questa volta provenivano da Creta
(erano tutti randagi che la legge in Grecia preveda
vengano soppressi, come ora succede anche in Romania,
dopo un breve periodo in canile): le loro condizioni di
salute erano buone e per questo motivo gli animali
avevano proseguito il loro viaggio. Le carte di
accompagnamento di questo strano carico documentavano un
regolare accordo tra un'associazione greca la Noa's
Little Ark di Creta e una tedesca guidata da Dieter
Fischer Kropp, a Coblenza, in base al quale questo
viaggio sarebbe servito per salvare la vita ai cani e
per destinarle alle famiglie che in Germania avevano
chiesto di poterli adottare. Richieste pare, addirittura
superiori alle disponibilità di animali all'interno dei
canili locali! Eppure qualcosa proprio non quadra:
secondo le associazioni animaliste risulta molto strana
questa richiesta massiccia di animali, dal momento che
il fenomeno dell'abbandono è presente anche in Germania
sebbene in forma meno eclatante che nei Paesi del
Mediterraneo, e a Berlino ad esempio, è attivo il più
grande canile in Europa. Sopratutto poi, quando si passa
di fatto alle verifiche, spesso i cani e i gatti dati in
adozione non vengono trovati dove dovrebbero essere, le
risposte delle famiglie sono generiche oppure vaghe o in
molti casi è impossibile raggiungerle. Se la direzione è
invece, quella dei rifugi d'oltralpe come luogo di
momentanea transizione, questi ultimi spesso si
rifiutano di fornire i nominativi delle famiglie, che
avrebbero adottato i cani oppure i gatti con il semplice
pretesto "che è meglio non disturbare".
In
Grecia è invece un'abitudine
A quanto pare, comunque,la
Grecia organizza "viaggi" di questo genere: soltanto
meno di un anno fa (luglio 2005) una donna norvegese era
stata fermata ad Atene, mentre stava cercando di portare
in Danimarca sette cani randagi! Secondo i dati più
recenti ogni anno sono migliaia (esattamente tra gli
otto e nove mila) i cani randagi che vengono sequestrati
e portati via dalla Grecia. Ma con quale destinazione?
Una nuova vita felice o un tavolo di un laboratorio o -
come spesso si ipotizza - esperimenti di crash-test? Le
risposte, però, non ci sono ancora.....
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I
Paesi nel mirino
La Grecia e l'Italia non
sono gli unici Paesi nel mirino: ci sono anche la
Spagna, i Paesi dell'est, in generale quelli più poveri
dove il randagismo e l'abbandono sono molto più diffusi.
Dai nostri confini, secondo dati peraltro di diversi
anni fa, partirebbero ogni anno dai 1000 ai 1500 cani
diretti in Germania, ma anche Svizzera e Austria. Numeri
che anche solo sommati a quelli della Grecia non possono
non far riflettere: se davvero esistessero famiglie del
nord Est disposte ad adottare cani e gatti del Sud del
continente, ognuna di loro (comprese quelle che non
amano gli animali) dovrebbero avere almeno una
quindicina di cani e una ventina di gatti in casa. o
forse anche di più! I rifugi poi dovrebbero essere
deserti. Un dato certo è, invece, che in Svizzera,
Germania e Austria esiste la maggiore concentrazione di
laboratori, di Università scientifiche, di industrie
farmaceutiche d'Europa.
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Associazioni fantomatiche
Spesso purtroppo, sono
proprio gli stessi canili comunali oppure convenzionati
a destare dubbi, perchè non ci sono i controlli delle
associazioni protezioniste: perfino a Milano qualche
anno fa, L'amministrazione e la protezione animali di
Legnano aveva lanciato un grido d'allarme per una
fantomatica associazione di Tradate che in maniera
intensa prelevava continuamente cani dalla struttura
comunale, senza essere regolarmente iscritta alla Camera
di Commercio e, soprattutto, senza chiarire quale fosse
la destinazione degli animali.
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A
volte ci sono le prove
E ci sono, infine, prove
purtroppo schiaccianti che portano anche direttamente in
Francia e in Belgio: una decina di anni fa un
laboratorio di ricerche dell'ospedale universitario
Erasme, in Belgio, erano stati trovati una cinquantina
di cani, di cui solo 20 ancora in vita, che venivano
utilizzati per esperimenti scientifici. Tra di loro
anche una femmina di Labrador in procinto di essere
trasferita sul tavolo operatorio, e uno Schnauzer
femmina che fortunatamente presentava un tatuaggio
ancora leggibile: il cane proveniva dalla Francia, da
dove era scomparsa da alcune settimane senza essere più
ritrovata dai proprietari. Non era il primo cane con
tanto di tatuaggio francese arrivato nelle stanze di
quel laboratorio. Un costante traffico che passava anche
attraverso pensioni per cani e anche negozi di
toelettatura: un traffico indiscutibilmente destinato
alla vivisezione.....
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