ANMVI OGGI
10 SETTEMBRE 2009
MICROCHIP NEGATO, UN CASO A FORLI’
Un cucciolo di tre mesi, da Agrigento arriva
all'aeroporto di Bologna il 5 agosto. Ufficialmente deve
essere dato in affido ad una famiglia di Forlì
attraverso una onlus marchigiana. La veterinaria a cui
viene chiesto di identificare il cane si rifiuta di
eseguire la prestazione. Il quadro non è chiaro e il
sospetto è di traffico illecito di cani.Davide Rosetti,
presidente del consiglio direttivo dell'Ordine dei
Veterinari della Provincia di Forlì ha firmato una nota
diffusa ieri dalla stampa locale in cui afferma: "Il
medico veterinario deve rifiutare di prestare la propria
attività quando vi è la possibilità di un'operazione
illecita o di rischio per la salute del cane o dei
proprietari. E quindi la collega ha agito in maniera
corretta e doverosa"."Per quanto riguarda i doveri del
Medico Veterinario più volte richiamati nelle lettere ed
e-mail giunte ai giornali - dice ancora Rosetti -
vogliamo sottolineare quanto segue: Il medico
veterinario deve rifiutare di prestare la propria
attività quando dagli elementi conosciuti possa
fondatamente desumere che essa sia finalizzata alla
realizzazione di un'operazione illecita (art. 26 codice
deontologico), deve inoltre segnalare se presenti,
eventuali rischi per la salute del cane e dei
proprietari"."Nel caso specifico quindi - sostiene
ancora il presidente dei Medici Veterinari di Forlì -
la collega ha tenuto un
comportamento corretto e doveroso non applicando il
microchip al cane, e segnalando ai futuri affidatari gli
eventuali rischi di contagio. Tutte le
considerazioni sanitarie fatte sulla stampa da coloro
che, non solo non hanno mai visto l'animale ma non ne
hanno neppure titolo per farlo, non sono, per quel che
ci riguarda da considerarsi".L'associazione animalista
protesta la propria buona fede e dichiara: "non siamo
trafficanti di animali". Tuttavia la cautela della
veterinaria trova l'approvazione dell'Ordine: "Poiché
da tempo i media, la stampa e i colleghi stessi
denunciano adozioni e/o acquisti di cani via internet
tramite associazioni cosiddette animaliste vogliamo
sottolineare che molti di questi animali ,senza
microchip vengono sottoposti a viaggi in auto o in aereo
,in età anche al di sotto dei 2 mesi di vita ,senza le
minime norme di profilassi . Il sospetto di traffici
illeciti collegati a ciò ha fatto si che a fine luglio
l' argomento sia stato oggetto di interrogazione
parlamentare" prosegue la lettera
firmata da Rosetti.Inoltre, aggiunge Rosetti, "Le norme
nazionali e regionali ,come già spiegato dal servizio
Veterinario dell' Ausl, sono chiare: è vietato
movimentare cani non correttamente identificati". La Asl
di Forlì, intervenuta secondo competenza, precisa che "
quel cane non poteva essere movimentato dalla Sicilia
senza microchip". Sarà ora un'indagine appena avviata a
dover chiarire se dietro l'arrivo di questi due cani
dall'Italia meridionale ci sia un poco chiaro traffico
di animali, magari non solo dai confini nazionali.
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