Da La Voce dei senza voce - n. 40 1998
Esportazioni di animali domestici, un contributo
ANCORA SUL PROBLEMA DEI CANI E DEI GATTI CHE, PRELEVATI
SOPRATTUTTO DA DECINE DI CANILI E GATTILI, VENGONO PORTATI DALL'ITALIA
VERSO SVIZZERA, GERMANIA E AUSTRIA. TANTO SI E' DISCUSSO E
DENUNCIATO, CIONONOSTANTE QUALCHE PRECISAZIONE NON GUASTA
Mi
sono avvicinato a questo problema quando sono stato contattato
come esperto di vivisezione e, da allora, seguo l'argomento con
particolare interesse.
Vorrei subito fare una precisazione: non e' vero
che gli animali destinati alla sperimentazione debbano
necessariamente provenire da stabilimenti fornitori particolari.
Non e' vero quello che e' stato scritto e dichiarato riguardo al
fatto che gli animali debbano in tutti i casi essere stati
seguiti dalla nascita in modo particolare con una alimentazione
e una cura particolare.
Mi riferisco agli stabilimenti ufficiali che,
preparando dalla nascita gli animali, forniscono agli istituti
"modelli sperimentali" liberi da malattie e da altre influenze
ambientali. I risultati sperimentali che si ottengono da questi
animali (che, per esempio nel caso dei cani, costano piu' di un
milione di lire) sono diversi da quelli ottenuti con animali che
hanno vissuto una vita normale (come sostiene il movimento
antivivisezionista, se un cane allevato in maniera speciale non
e' un buon modello sperimentale per un cane normale, dal quale
si differenzia per piccoli aspetti fisiologici, a maggior
ragione un animale da laboratorio non puo' essere un buon
modello sperimentale per l'uomo dal quale si differenzia per
grandi variazioni fisiologiche).
Diversissima e' la posizione dell'Associazione dei
Medici Americani e di singoli ricercatori europei che, in
diverse occasioni, hanno dichiarato di preferire animali che
hanno vissuto una vita normale (uno dei principali motivi e' il
risparmio economico che ovviamente si ottiene passando da un
milione di lire per ogni cane a zero lire per il cane reperito
gratuitamente in un canile).
Alcuni dei casi denunciati in passato riguardano
l'uso di animali per esperimenti chirurgici: e' un assurdo
logico pensare che un Istituto voglia o possa permettersi di
acquistare cosi' tanti cani quanti quelli che vengono forniti
agli studenti o ai professionisti che vogliono o devono iniziare
a "farsi la mano" (i chirurghi antivivisezionisti sostengono che
questa pratica sia dannosa per lo studente: quando passera'
all'uomo dovra' prima disimparare l'esperienza con gli animali).
Dato pero' che la logica non ha valore giuridico
vi segnalo un caso italiano: mentre scrivo, a Pisa ci sono
persone che stanno cercando di bloccare la sperimentazione
chirurgica e la conseguente soppressione di cani in condizioni
patologiche e fisiologiche disperate.
Perche' e' necessario essere contro l'esportazione
di animali indipendentemente dalla conoscenza della destinazione
finale?
Perche' qualsiasi allevatore di animali europeo ha
la possibilita' di diventare fornitore di laboratori, prelevare
animali dai canili e venderli. La legge 116 sulla
sperimentazione e la Direttiva Europea, da cui proviene, lo
permettono (in Italia non e' possibile utilizzare per usi
sperimentali cani e gatti provenienti dalle strutture pubbliche
perche' la legge 281 sul randagismo lo vieta. Questa legge in
altri paesi non c'e'.
Perche' una volta che l'animale supera la
frontiera non e' possibile controllarne la destinazione: gli
organismi ufficiali preposti al controllo non hanno ovviamente
la possibilita' di operare in territorio straniero.
Perche' non siamo noi a dover provare e dimostrare
la destinazione finale, non siamo in grado di sapere sempre
quando e da dove i cani partono, non siamo in grado di seguirli
nei canili di sostegno svizzeri o tedeschi e di appostarci a
controllare per giorni. Solo il dubbio, le numerose
irregolarita' e la non possibilita' di controllare ci spingono a
impedire questo traffico.
Gli inviti, che abbiamo ricevuto da chi il
traffico lo compie, di andare a effettuare i controlli sono
un'offesa all'intelligenza: dichiarare di aver portato in
Germania piu' di mille cani ed essere disposti a fornire
l'indirizzo di poche decine di persone e', ancora una volta,
palesemente un assurdo.
DOTT.
MASSIMO TETTAMANTI