BRESCIA OGGI
Sabato 13 Agosto 2005
L’INDAGINE.
La Procura di Brescia indaga su alcuni episodi che rivelano
l’esistenza del commercio
Cavie da laboratorio,
mercato fiorente
Cani destinati a
diventare cavie da laboratorio in Germania. È questa una delle
ipotesi investigative che nei mesi scorsi ha spinto la Procura
di Brescia ad aprire un’inchiesta su un canile-rifugio della
Bassa.
L’indagine ha preso il via a novembre dal sequestro di quindici
meticci scoperti mentre viaggiavano stipati in un Traffic
Renault e in un’auto furgonata.
I due mezzi, intercettati e bloccati dai carabinieri del Nucleo
antisofisticazioni a Sirmione, erano diretti in Germania. A
insospettire i militari la fuga dell’auto staffetta che
precedeva il furgone. I cani di età compresa fra i 3 e i 5 anni
provenivano tutti dallo stessa struttura di accoglienza
convenzionata con l’Asl, ma gli animali, avrebbero
successivamente rivelato gli accertamenti, erano stati presi in
carico dal titolare di un rifugio privato.
Non solo, i cani viaggiavano senza la certificazione sanitaria
necessaria per un trasporto internazionale, ma su alcuni era
visibile il tentativo di eliminare il tatuaggio di
riconoscimento.
Inoltre due certificati veterinari di una coppia di animali del
rifugio privato risultavano essere in realtà emessi per animali
del canile convenzionato. Le condizioni di salute degli animali
erano pessime tanto che un’esemplare sofferente di diabete morì
poco dopo essere stato trasferito al centro sanitario dell’Asl
di Brescia.
I cani sequestrati vennero successivamente riaffidati al canile
di pertinenza ma l’indagine è proseguita. L’attenzione degli
inquirenti si è concentrata in particolare su alcuni personaggio
del Lodigiano e del Milanese in contatto con le strutture di
accoglienza del Bresciano.
Gli investigatori hanno ascoltato anche molti volontari
testimoni involontari di alcuni episodi su cui la magistratura
sta ancora cercando di fare piena luce.
n.s.
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