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COMUNICATO ENPA
26 GIUGNO 2009
“TI DEPORTO A FARE UN GIRO”,
L’ENPA CONTRO LE FINTE
ADOZIONI E LA DEPORTAZIONE
DI ANIMALI ALL’ESTERO
E’ partita ieri sera “Ti
deporto a fare un giro”,
petizione con cui l’Enpa e i
cittadini italiani chiedono
al Ministro del Welfare,
Maurizio Sacconi, e al
Sottosegretario alla Salute,
Francesca Martini, di
fermare definitivamente il
fenomeno delle finte
adozioni e della
deportazione all’estero
degli animali domestici
italiani. Per promuovere la
raccolta di firme, in cui
sono attivamente coinvolte
le sezioni locali dell’Enpa,
la Protezione Animali ha
scelto lo strumento del web;
il testo, pubblicato sul
sito internet
(http://www.enpa.it/it/iniziative/deportazione/firma.htm)
può essere inoltrato alle
istituzioni direttamente per
via telematica oppure
scaricato e diffuso per via
cartacea. “La deportazione
di animali è una piaga
dolorosa che si protrae da
troppo tempo e ha mietuto
troppe vittime: la soluzione
al problema non può più
essere rinviata, come
testimoniano le circa 500
adesioni raccolte nel giro
di poche ore”. In Italia il
fenomeno è ancora poco
conosciuto al grande
pubblico ma non per questo
meno allarmante. Come
denunciato dall’Enpa, sono
anni ormai che furgoni,
camion e perfino aerei
trasportano gli animali
domestici in Germania, ma
anche in Svizzera, in
Austria, e di lì negli altri
Paesi del Nord Europa; sono
ormai milioni gli animali,
raccolti in strada, nei
canili o presso privati che
non sanno più cosa farsene,
prelevati durante un'uscita
da casa… cuccioli o adulti,
anziani o malati al punto di
non poter reggere il
viaggio. A scadenze fisse,
carichi di cani e gatti
partono, senza documenti, da
ogni regione d'Italia:
cittadini stranieri - li
prendono in affido presso i
canili; cittadini italiani
collaborano con loro come
prestanome. Adottati nel
nostro Paese, gli animali,
appena passato il confine,
diventano l'oggetto di un
commercio assai vantaggioso:
la “merce” è gratuita
all'origine mentre, una
volta a destinazione, il
prezzo lievita
inevitabilmente. Quello che
dovrebbe essere un “rimborso
spese” (in Germania lo hanno
chiamato tassa ... di
protezione animale) può
arrivare fino a 350 – 400
euro per un meticcio
qualunque, indipendentemente
dall’età o dallo stato di
salute. In materia di tutela
degli animali, l'Italia ha
le leggi più avanzate
d'Europa; tuttavia il nostro
Paese non è esente da colpe
che si chiamano abbandono e
randagismo. Troppi Comuni e
ASL sono ancora inadempienti
rispetto ai loro obblighi di
tutela e di vigilanza. Così,
il rimedio è semplice ed
economico: eliminare il
problema chiudendo gli occhi
sulla deportazione
all'estero degli animali in
soprannumero. Eppure gli
strumenti legislativi ci
sono. Nel 1993 la circolare
del Ministro della Sanità
Garavaglia ha dato alcune
direttive per impedire le
deportazioni; otto anni più
tardi, nel 2001, il Ministro
Veronesi ha indicato nei
controlli sugli affidi uno
strumento a tutela del
benessere degli animali. Le
circolari sono tuttora in
vigore, e sono vincolanti
per ogni dipendente del
Ministero della Salute,
tuttavia molte ASL non le
rispettano. Così come non
viene rispettato il
Regolamento Europeo 998 del
2003 a norma del quale i
movimenti non commerciali di
cani e gatti nel territorio
dell'Unione implicano che
gli animali non siano
destinati alla vendita né al
passaggio di proprietà: chi
finge un’adozione e vende
l’animale all’estero
semplicemente elude la
normativa europea. “Alcuni
Paesi mediterranei –
conclude l’Enpa – hanno
finalmente preso coscienza
della gravità di questo
fenomeno ed emanato
disposizioni severe; anche
in Germania le autorità
stanno aprendo gli occhi.
Purtroppo, anche in questo
capo l’Italia è fanalino di
coda”.
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