CORRIERE DI RIETI
10 GIUGNO 2010
Preoccupazioni
nel reatino dopo gli esposti in Italia e l'indagine della finanza a
Terni
Dubbi sui cani
adottati all'estero
Il canile di
Colle Arpea vuole garanzie sui trasferimenti
Antonella Lunetti
Rieti - Un caso che spunta nel Reatino
proprio nelle stesse ore in cui sia in Umbria che in Emilia Romagna,
sta saltando fuori l'ipotesi di un traffico di cani all'estero,
sulle cui destinazioni, come nel caso di Terni, sta anche indagando
la guardia di finanza. A Bologna, ad esempio è stato un
europarlamentare del Pdl a presentare un esposto sulla presunta
"tratta clandestina e illecita di cani randagi, gestita anche da
associazioni animaliste che su questa attività costruirebbero un
giro d'affari di circa 40 milioni di euro all'anno". Il dubbio però,
era già venuto fuori in Umbria, come aveva denunciato la presidente
dell'Enpa, Patrizia Fancelli, che sapeva di casi di animali
destinati ai laboratori scientifici e alla vivisezione. Ora è la
Tecnovett, la società proprietaria del canile di Colle Arpea
convenzionato con il Comune di Rieti - a volerci vedere chiaro su
alcune "adozioni multiple" effettuate da un'associazione tedesca,
attraverso la quale decine e decine di cani al mese, circa 200
all'anno, vengono prelevati con regolare autorizzazione dalla
struttura e "trasferiti fuori dai confini nazionali, per giungere in
un Paese, la Germania appunto, dove non esiste però neanche
un'anagrafe canina. E' Mauro Paoletti, in particolare - titolare
della società - a decidere di rendere pubblica una questione nei
confronti della quale, già in più occasioni, come dichiarato, ha
"nutrito dei dubbi e ha chiesto alle autorità competenti di voler
vedere chiaro e ricevere garanzie sul destino di decine di animali,
che vengono prelevati dalla struttura e allontanati senza, almeno in
alcuni casi, che ciò accada in adeguate condizioni". Un caso che
spunta nel Reatino proprio nelle stesse ore in cui sia in Umbria che
in Emilia Romagna, sta saltando fuori l'ipotesi di un traffico di
cani all'estero, sulle cui destinazioni, come nel caso di Terni, sta
anche indagando la guardia di finanza. A Bologna ad esempio è stato
un europarlamentare del Pdl Sergio Berlato, a presentare un esposto
sia nel capoluogo sia a Trento sulla presunta "tratta clandestina
illecita di cani randagi, gestita anche da associazioni animaliste,
che su questa attività costruirebbero un giro d'affari che si
misurerebbe intorno ai 40 milioni di euro all'anno". Il dubbio però,
era già venuto fuori dall'Umbria, come aveva denunciato nelle scorse
settimane, a un quotidiano locale, la presidente dell'Enpa del
posto, Patrizia Fancelli, proprio a seguito della richiesta di un
"prelievo" di cani molto sostanzioso nel canile di Stroncone, che
avrebbe riguardato in particolare, alcuni animali provenienti dal
territorio reatino. Alla richiesta di adozione multipla
dell'associazione però, ci sarebbe stato un impedimento dovuto
sembra, proprio al fatto che sarebbe servita l'autorizzazione al
trasferimento rilasciata dalla Asl di Rieti (e quindi non
disponibile in quel momento). I 35 cani rimasero in Italia. E qui
entra in gioco la Tecnovett. "L'associazione tedesca, della quale è
referente la signora Claudia - spiega Mauro Paoletti - giunge spesso
nella nostra struttura. Arriva nelle ore più impensate e senza
preavviso. Un mese fa ha prelevato 29 cani in un solo colpo.
Naturalmente tutto accade con regolari permessi firmati dai Comuni (Contigliano
soprattutto, ma anche Rieti) e molto spesso con in mano già i
passaporti firmati, rilasciati dalla Asl e i microchip già intestati
all'associazione. Purtroppo però, a noi non è dato sapere la
destinazione dei cani che "adottano". Una volta - riferisce Paoletti
- la donna mi ha risposto: "li lasciamo nelle case strada facendo".
Lo stesso lo abbiamo richiesto tante volte, anche attraverso lettere
inoltrate ai Comuni - spiega ancora Paoletti - ma non c'è stata mai
una risposta chiara.- Il canile di Colle Arpea ha anche preteso che
venissero date garanzie sulle condizioni di trasporto degli animali,
modalità che, stando alla testimonianza, sarebbero alquanto
"opinabili". Intanto, dal municipio di Rieti, l'assessore
all'Ambiente Antonio Boncompagni (promotore di campagne di
sensibilizzazione per la tutela degli animali domestici) si è detto
pronto a presentare al tavolo politico la proposta di "costituirsi
parte civile come amministrazione comunale, nel caso si
evidenziassero situazioni di reato" Ma al momento arrivano in città
solo rassicurazioni - Abbiamo sottoscritto protocolli d'intesa con
diverse associazioni per promuovere e concretizzare le adozioni dei
nostri cani randagi - spiega il comandante della polizia municipale
di Rieti, Enrico Aragona - è questo il nostro fine, non certo di
lasciare gli animali dentro le strutture, che devono invece
rappresentare solo un ricovero temporaneo. Comunque i casi nazionali
ci permetteranno di tenere alta la guardia su eventuali
irregolarità.- Intanto nel canile di Colle Arpea sono al momento
ricoverati circa 200 cani. Circa un mese fa nell'ambito dei
controlli disposti dal ministero della Salute nelle strutture di
tutta Italia, c'è stato un attento sopralluogo di Nas, Noe e Inps.
oltre a delegati del ministero. "E tutto è stato definito in regola"
ha precisato Mauro Paoletti che - pensando anche alle vicende del
passato, toccate alla sua struttura (una segnalazione che portò a un
breve sequestro) ironizza - Siamo il canile più controllato
d'Italia.-
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