ANIMALISTI ITALIANI
4 LUGLIO 2012
SCOPERTO VERGOGNOSO
TRAFFICO: DECINE DI MIGLIAIA
DI CANI E GATTI ITALIANI
ALL’ESTERO
CAVIE DA
LABORATORIO, PELLLICCE,
PELLI, MANGIME PER ANIMALI E
GIOCHI EROTICO-SESSUALI!
A LUGLIO IL PRIMO
PROCESSO IN ITALIA!
Dichiarazione di Walter
Caporale, Presidente
Associazione “Animalisti
Italiani Onlus”:
“Da anni siti e social
network alimentano la
vergognosa ed ignobile
pratica di inviare cani e
gatti italiani in adozione
all'estero, principalmente
in Germania, Svizzera,
Austria, Belgio, Svezia e
Norvegia.E’ arrivato il
momento di dipanare questa
cortina omertosa che avvolge
il traffico dei cani
destinati all’estero (un
business di almeno 500
milioni di euro l’anno,
Fonte: zoomafie) per
utilizzarli come cavie,
mangime, pelli, pellicce e,
last but not least, sesso
(come si evince da alcuni
siti tedeschi).
Finalmente il prossimo 9
luglio si svolgerà il primo
processo del genere in
Italia, a Napoli. Per questo
motivo le Associazioni
Animalisti Italiani Onlus e
Movimento UNA lanciano una
petizione (che può essere
sottoscritta e firmata
qui ) a sostegno di una
Proposta di Legge che verrà
presto depositata in
Parlamento.La legge
italiana n. 281/’91, “Legge
quadro in materia di animali
di affezione e prevenzione
del randagismo”, specifica
che i cani vaganti
ritrovati, catturati o
comunque ricoverati presso
le strutture non possono
essere soppressi né
destinati alla
sperimentazione.In numerosi
Paesi europei, le normative
sono differenti e spesso
prevedono la soppressione di
cani, gatti e altri animali
d'affezione abbandonati in
strutture pubbliche o
private; vi sono Paesi che
legittimano la possibilità
che questi animali vengano
ceduti alla sperimentazione;
molti Paesi inoltre non
dispongono di anagrafe
canina obbligatoria.La
pratica di inviare cani e
gatti italiani in adozione
in Paesi con normative
differenti dalla nostra
(Germania, Svizzera,
Austria, Belgio, Svezia,
Norvegia….) appare in
contrasto con la Legge sul
randagismo, sia perchè
vengono meno le necessarie
condizioni di
reciprocità
tra Paesi (i nostri animali
non possono essere
trasferiti dove, se
abbandonati, possono essere
soppressi legalmente)
sia perché il principio di
tutela affermato nella Legge
è orientato ad impedire ogni
forma di “mercificazione”
degli animali randagi che in
Italia, ricoverati in
apposite strutture, possono
essere oggetto esclusivo di
affidamento.I gatti, non
essendo censiti in alcun
Paese, sono particolarmente
indifesi e la loro agevole
“movimentazione” li rende
particolarmente più esposti
ad ogni tipo di rischio.Il
Regolamento n. 998/2003 del
Parlamento Europeo e del
Consiglio del 26 maggio
2003, relativo alle
“condizioni di polizia
sanitaria applicabili ai
movimenti a carattere non
commerciale di animali da
compagnia” si occupa
esclusivamente degli aspetti
sanitari legati al trasporto
e non stabilisce garanzie
sufficienti per l’effettiva
tutela degli animali. Questo
regolamento è persino
utilizzato per dissimulare
fraudolentemente movimenti
commerciali di animali da
compagnia.Il principio di
tutela affermato con
l’approvazione della Legge
italiana sul randagismo è
orientato ad impedire ogni
forma di “mercificazione”
degli animali, i quali –
quando ricoverati nelle
apposite strutture – possono
essere oggetto
esclusivamente di un
affidamento, la cui
procedure è stata
regolamenta da un decreto
ministeriale del 23 dicembre
1996, recante “Norme in
materia di affidamento dei
cani randagi”; il decreto,
interpretando correttamente
la ratio della norma,
stabilisce gli aspetti
procedurali per consentire
che gli animali accolti nei
canili siano dati prima in
affidamento e poi,
eventualmente, in adozione
definitiva. E’ impossibile,
una volta che l’animale
abbia varcato la frontiera,
mantenere alcuna
tracciabilità e il
tentativo, posto in essere
poco più di un anno fa, dal
Ministero della Salute
italiano, di ipotizzare una
strategia comune per
accertare la destinazione
finale, non ha trovato alcun
riscontro positivo da parte
di Germania, Svizzera,
Austria e Svezia.Lo
straordinario numero di
decine di migliaia di cani e
gatti richiesti in adozione
ogni anno, da alcuni di
questi paesi, dà luogo ad
inquietanti ipotesi poiché
non ha alcun riscontro
logico; da tempo
associazioni animaliste e
singoli si battono e
denunciano richiedendo
attenzione e interventi su
quello che appare un
controsenso teso ad
alimentare oscuri traffici.
In numerose circostanze,
quando vi è stato
l'intervento di autorità
competenti o si sono avviate
indagini, si sono
riscontrate clamorose
anomalie: falsi adottanti,
maltrattamenti e numerosi
altri illeciti.Lo stesso
sistema di staffette per le
adozioni all'interno del
territorio italiano, pratica
spesso mossa da generoso
impegno volontario ma
altrettanto spesso di
discutibile natura, è del
tutto incontrollato e di
dimensioni abnormi; le
condizioni di viaggio, il
numero di animali
trasportati, l'opportunità
di trasbordarli da una
regione all'altra rendendoli
tra l'altro assai
difficilmente recuperabili
in caso di smarrimento da
parte di proprietari
privati, non presentano le
adeguate garanzie di tutela
per il benessere e
l'incolumità dei medesimi;
per quanto riguarda i
trasporti all'estero,
innumerevoli volte sono
stati individuati e fermati
mezzi carichi di gabbie
contenenti animali sedati
e/o in condizione di grande
sofferenza.In
attesa di una maggiore
certezza del quadro
giuridico comunitario e di
un esteso principio di
tutela degli animali
d’affezione, chiediamo al
Parlamento italiano di: 1 -
Stabilire un espresso
divieto alle adozioni
internazionali, in
particolar modo laddove non
esistono condizioni di
reciprocità, intenti
condivisi e garanzie sulla
rintracciabilità degli
animali, in attesa di una
maggiore certezza del quadro
giuridico Comunitario e di
un esteso principio di
tutela degli animali
d’affezione; 2 -
Regolamentare e controllare
gli spostamenti di animali
da una regione italiana
all'altra, introducendo
l’obbligo di tracciabilità e
verifica;
3 - Valutare
l’opportunità di introdurre
il sistema dei microchip
anche per i gatti e, in
particolar modo, per le
cosiddette “colonie
feline”.Roma, 4 luglio 2012
PETIZIONE STOP ALLA
TRATTA DEI CANI
STOP A TRAFFICO CANI
E GATTI ALL’ESTERO: SPESSO
DIVENTANO CAVIE DA
LABORATORIO, PELLICCE O
PELLI, MANGIME PER ANIMALI O
OGGETTI SESSUALI! Al
Presidente della Camera dei
Deputati
Al Presidente del
Consiglio
Noi sottoscritti cittadini
della Repubblica italiana, ai
sensi dell’articolo 50 della
Costituzione, ci rivolgiamo alla
Camera dei Deputati.
Premesso che:
- La legge n. 281/’91,
“Legge quadro in materia
di animali di affezione
e prevenzione del
randagismo”, ai commi 2
e 3 dell’art. 2
specifica che i cani
vaganti ritrovati,
catturati o comunque
ricoverati presso le
strutture non possono
essere soppressi né
destinati alla
sperimentazione
-
In numerosi Paesi
europei, come pure negli
USA, le normative sono
differenti e spesso
prevedono la
soppressione di cani,
gatti e altri animali
d'affezione abbandonati
in strutture pubbliche o
private; vi sono Paesi
che legittimano la
possibilità che questi
animali vengano ceduti
alla sperimentazione;
molti Paesi inoltre non
dispongono di anagrafe
canina obbligatoria
-
La pratica di inviare
cani e gatti italiani in
adozione in Paesi con
normative differenti
dalla nostra (Germania,
Svizzera, Austria,
Belgio, Svezia,
Norvegia….) appare in
contrasto con la Legge
sul randagismo, sia
perchè vengono meno le
necessarie condizioni di
reciprocità
tra Paesi (i nostri
animali non possono
essere trasferiti dove,
se abbandonati, possono
essere soppressi
legalmente)
sia perché il principio
di tutela affermato
nella Legge è orientato
ad impedire ogni forma
di “mercificazione”
degli animali randagi
che in Italia,
ricoverati in apposite
strutture, possono
essere oggetto esclusivo
di affidamento
CHIEDIAMO AL PARLAMENTO
ITALIANO DI:
- Stabilire un
espresso divieto alle
adozioni internazionali,
in particolar modo
laddove non esistono
condizioni di
reciprocità, intenti
condivisi e garanzie
sulla rintracciabilità
degli animali, in attesa
di una maggiore certezza
del quadro giuridico
Comunitario e di un
esteso principio di
tutela degli animali
d’affezione,
-
Studiare ulteriori forme
di intervento al fine di
ridurre le cause che
determinano l’aumento
del randagismo,
prevedendo,
eventualmente, incentivi
per la sterilizzazione
di cani e gatti;
AIUTACI
SCARICA, STAMPA E FAI FIRMARE AI
TUOI AMICI LA NOSTRA
PETIZIONE CONTRO LA TRATTA DEI
CANI |