Non tutti sono emuli di San Francesco, ma gli amici
degli animali sono numerosissimi anche in Ticino. A loro la notizia
che stiamo per dare recherà sicuramente sofferenza e non fa certo
onore ad una società civile. Regolarmente, infatti, anche dai valichi
del Mendrisiotto transitano carichi di bestiole destinate alla
vivisezione. A Como è in fase di progettazione un “ museo
dell’Olocausto degli animali”. « Sono già stati raccolti documenti che
dimostrano le atrocità commesse » , spiega Simone Lucchetti,
rappresentante della Lega antivivisezione della provincia lariana. Da
parte elvetica abbiamo rivolto alcune domande a Sabrina Piacente,
rappresentante dell’ATRA ( Associazione ticinese per l’abolizione
della vivisezione).
Il traffico di animali destinati ai laboratori attraverso i valichi
del Mendrisiotto si è intensificato recentemente?
« Ci risulta che il traffico di animali clandestino sia costante,
sappiamo che settimanalmente partono carichi di randagi provenienti
dall’Italia e dal resto d’Europa, così come anche dal Ticino. La
destinazione non é nota, apparentemente andrebbero tutti dati in
adozione a famiglie tedesche che a quanto pare non ne hanno abbastanza
dei loro. Cosa che comunque non giustifica l’altissimo numero di
animali che passano di nascosto le frontiere. La cosa strana è che in
Svizzera, Germania e Austria pare arrivino i randagi di tutta Europa,
tutti ufficialmente per essere adottati da famiglie.
Questa situazione, che si potrae da decenni, fa sorgere qualche
dubbio: se i randagi andassero davvero a finire ad amorevoli famiglie
d’oltralpe, a quest’ora ognuna di loro ( comprese quelle che non amano
gli animali) dovrebbero avere almeno una quindicina di cani e una
ventina di gatti in casa, e ancora non basterebbero! Cercando delle
spiegazioni plausibili non possiamo che notare che in Svizzera,
Germania e Austria esiste la maggiore concentrazione di laboratori, di
Università scientifiche, di industrie farmaceutiche d’Europa » .
Chi avete al vostro fianco per lottare contro questo commercio?
« Le autorità hanno mostrato un interesse che comunque si riduce a
quello che è la questione dell’evasione fiscale, ma non vediamo dei
risultati tangibili su quello che più ci preme, cioè la sorte degli
animali. Sono stati effettuati dei fermi in cui spesso si sono
rilevate delle inequivocabili infrazioni alla legge sul trasporto
degli animali, sui documenti di viaggio come i libretti sanitari che
sovente sono contraffatti e sulle condizioni di salute degli animali.
Si sono visti carichi di animali buttati come sacchi di patate nei
furgoncini, anestetizzati o con le corde vocali recise. Infrazioni che
vengono punite al limite con una multa. Forse manca la volontà di
voler guardare con occhio più attento quello che è un fenomeno che va
avanti da decenni e che é una vera e propria deportazione.
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L’ATRA ha effettuato diversi fermi in questi 25 anni,
l’ultimo il marzo scorso in Ticino con la collaborazione della SPA di
Bellinzona. In questi anni abbiamo raccolto prove e tastato con mano
una situazione che appare davvero sconcertante. Di certo chi si
adopera in questi traffici sa come muoversi e questo non rende facile
contrastare il problema. Informiamo l’opinione pubblica che spesso e
volentieri si fida di persone, associazioni di protezione animali e
canili/ rifugi poco trasparenti. Incentiviamo le sterilizzazioni e
cerchiamo di responsabilizzare chi deve cedere in adozioni animali.
Stiamo inoltre raccogliendo firme affinché la normativa Garavaglia
vigente in Italia e che vieta esplicitamente l’adozione internazionale
di randagi verso i paesi del nord, diventi legge » .
Com’è possibile conciliare le nuove leggi sulla protezione degli
animali con la vivisezione?
« Di fatto la legge entrata in vigore il 1 ° aprile 2003 dove appunto
gli animali non vengono più considerati cose ma esseri viventi si
riferisce solo per quanto riguarda il loro valore materiale e
affettivo. Ad esempio gli animali domestici contesi nelle cause di
divorzio vengono tutelati, si può chiedere il risarcimento danni se
qualcuno ferisce o uccide un animali di proprietà, ma la cosa si ferma
lì. La vivisezione, la detenzione degli animali nei circhi e negli
zoo, il trasporto degli animali da macello o gli allevamenti non
vengono minimamente presi in considerazione » .
Che cosa fate per sensibilizzare le persone sul problema della
vivisezione?
« Denunciamo le contraddizioni della ricerca sugli animali,
collaboriamo con medici e ricercatori di livello internazionale,
organizziamo conferenze soprattutto nelle scuole e nelle università,
abbiamo pubblicato liste dei prodotti testati e non testati e dei
produttori che non fanno sperimentazione animale in modo che i
consumatori abbiano la possibilità di scegliere. L’impegno
fondamentale in questi ultimi anni é nella divulgazione dei metodi
sostitutivi della sperimentazione sugli animali e nel loro acquisto
per metterli a disposizione gratuitamente agli studenti delle
Università scientifiche che ce li richiedono. In questo ambito proprio
recentemente abbiamo proposto anche una petizione per il diritto
all’obiezione di coscienza nelle Università svizzere.
L’informazione resta comunque l’impegno fondamentale: una volta
informato, il cittadino può fare delle libere scelte che tengano conto
anche delle vite animali che vengono sacrificate per i nostri consumi,
non da ultimo nelle collette di beneficenza, visto che spesso
inconsapevolmente versiamo soldi ad enti che finanziano istituti di
ricerca dove quotidianamente si uccidono animali, anziché sviluppare
ed utilizzare metodologie scientifiche sostitutive » .
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