IL
GIORNO
11 Agosto 2006
<<Bambi
? E' Solo un film lecito abbattere i
caprioli>>
Lo
scrittore Rigoni Stern: basta con gli
psicodrammi
di BEPPE BONI
- ASIAGO -
Il Fieno, il bosco, i
pastori, le cime maestose, la caccia con i
pantaloni di velluto fatta di levatacce in
piena notte e i sapori profondi della
montagna. Eccolo qua il mondo da cui Mario
Rigoni Stern, classe 1921, lo scrittore che
raccontò al mondo la ritirata di Russia con
il Sergente nella neve, non ha mai
voluto staccarsi. La passione di una vita,
come l'amore intramontabile per una bella
donna. Nel placido pomeriggio
dell'altipiano, dopo un paio d'ore di
riposo, Mario Rigoni Stern accetta
volentieri una chiaccherata.
Come mai l'abbattimento dei caprioli
piemontesi è diventato uno psicodramma
collettivo?
<<La gente ha poco tempo per pensare a cose
più importanti. Questa vicenda nasce da
poche persone arrabbiate ed emotive che
trasformano in tragedia una vicenda senza
senso>>.
Lo stupore è diffuso.
<<Il problema è semplice. Dove gli animali
sono in eccedenza si prelevano. E'
naturale>>.
E' sempre stato così?
<<Da milioni di anni. Solo che oggi anche in
natura manca l'equilibrio. I caprioli, per
esempio sono comparsi in zone dove cinquant'anni
fa non c'erano. E a volte se gli animali
sono troppi possono diffondersi epidemie>>.
E' solo un problema di chirurgia
venatoria?
<<Non solo. Prenda gli Appennini, dal Col di
Tenda alla Calabria. Grazie a questi
ungulati, sono una riserva di ottima carne
per tutti coloro che sono stanchi di
mangiare fettine di animali che vivono nelle
stalle, senza mangiare mai erba e senza
vedere la luce del sole>>.
Perchè tanto baccano per i caprioli
e per i cinghiali no?
<<Tutto nasce dalla psicosi generata da film
come Bambi dai grandi occhioni che di
naturale non ha niente. I caprioli sono
animali come gli altri, a volte pieni di
pidocchi>>.
Lei li ha cacciati?
<<Certo e una volta mi sono trovato a
difendermi da un maschio che mi attaccava>>.
Bambi, però, oggi è il simbolo della
vittima che i cacciatori vogliono uccidere.
<<Errore stupido. Bambi è un piccolo di
cervo o cervus elaphus. Animali
diversi con esigenze diverse>>.
Come far cambiare idea agli
animalisti più radicali?
<<Certi naturalisti da salotto dovrebbero
leggere l'etologo Konrad Lorenz, che tratta
il rapporto con gli animali in modo
assolutamente scientifico>>.
Cosa pensa della proposta di
trasferire i capi da abbattere in Calabria?
<<Sarebbe un disastro. Sulla Sila resiste il
capriolo italicus. Se mandiamo lì i
caprioli, nostrani, ibridi europei,
roviniamo la specie italiana>>.
Queste polemiche sono emotività o la
solita campagna contro la caccia?
<<Tutte e due le cose insieme. Il caso nasce
in modo emotivo e sul carro salgono subito
gli anticaccia>>.
Gli altri Paesi che fanno?
<<In Europa, nessuno ha nulla da ridire su
forme di abbattimenti selettivi.
Nella civile
Germania fra cervi, caprioli e
daini si abbattono centinaia di migliaia di
capi. E il patrimonio non cala.
Aumenta>>.
Per molti la caccia è dannosa.
<<Balle. Un prelievo oculato, soprattutto di
ungulati, ed eseguito scientificamente, dà
buoni risultati anche per l'ambiente. In
certi parchi mal gestiti, casi di epizoozie
per sovrappopolamento hanno decimato gli
animali. In altri casi l'intervento dei
cacciatori ha permesso la reintroduzione di
molte specie>>.
Cosa è un animalista?
<<Uno che vuol bene agli animali, non un
protezionista estremo. I cacciatori sono
grandi ambientalisti>>.
Se avesse di fronte Vittorio Sgarbi,
paladino di Bambi, cosa gli direbbe?
<<Che indossi gli scarponi e vada in giro
per le montagne>>.
Cosa pensa dei vegetariani?
<<Rispetto la loro convinzione. Aggiungo poi
che la pelliccia la apprezzo meglio sulle
spalle di un lupo che non su quelle di certe
signore>>.
Cosa significa per lei la caccia?
<<E' anche un modo di vivere. E' stato il
primo contatto con la natura. L'uomo fece
l'amore e poi andò a caccia>>.
Lei imbraccia ancora il fucile?
<<Purtroppo non più, sa l'età>>.
Ricorda l'ultima volta?
<<Fu cinque anni fa. A ottant'anni ho
abbattuto il mio ultimo camoscio>>.
Il pomeriggio è lieve, mentre l'uomo della
montagna torna fra i suoi libri.
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