IL GOLFO
04/01/2008
Emesse dal gip del tribunale di
Napoli Stefano Risolo
Canile di Panza, altre due ordinanze
coercitive
Hanno colpito
Ciro Pontone e la sua consorte Karin
Mundt, che secondo le indagini dei pubblici
ministeri Sirleo e Gargiulo erano
di fatto i veri gestori della Fondazione Ernst in Germania. Non
potranno rimettere piede sull’isola d’Ischia.
Nel frattempo l’altro indagato Nicola Cacciapuoti che ha
l’obbligo di presentazione alla P.G. tutti i giorni, è stato
interrogato dal gip alla presenza dei suoi difensori di fiducia
Carmine Passaro e Antonio De Girolamo. Si è scoperto che dal
maggio scorso non ha più incarichi di gestione né direttivi. Le
indagini difensive hanno acclarato che alcuni capi di
imputazione non sono sorretti da circostanze riscontrate
(4-1-2008
Paolo Mosè)
Napoli -
Sono state notificate altre due ordinanze
di custodia cautelare nell’ambito della gestione del canile di
Panza e nel trasferimento degli animali a quattro zampe
dall’isola d’Ischia in Germania e in qualche altra località
d’Europa. Dopo il provvedimento di obbligo di
presentazione alla polizia giudiziaria dell’ex direttore del
canile, Nicola Cacciapuoti, gli uomini della squadra mobile
della questura di Napoli sono riusciti a raggiungere e a
notificare altri due provvedimenti firmati dal giudice per le
indagini preliminari Stefano Risolo nei confronti di Ciro
Pontone e di sua moglie Karin Mundt. Loro due non potranno
mettere piede, se non con un nuovo provvedimento della medesima
autorità giudiziaria, sulla intera isola d’Ischia. Pontone e
Mundt, secondo le indagini che sono state svolte dai sostituti
procuratori della Repubblica Gargiulo e Sirleo,
erano di fatto i punti di riferimento in
Germania di queste attività. Anzi, si parla con
insistenza, che fossero di fatto i veri gestori della Fondazione
Annemarie Ernst che controlla le attività del canile di Panza.
E’ anche vero che l’ordinanza di custodia cautelare prevedeva
queste tre misure, ma nei confronti del Pontone e della Mundit
la squadra mobile aveva tenuto riservata tale notizia perché non
erano riusciti a notificare il provvedimento del gip dalla
vigilia di Natale. Provvedimento che invece è stato notificato
senza grossi problemi al Cacciapuoti. L’altra notizia è che
proprio il Cacciapuoti è stato interrogato dal giudice per le
indagini preliminari alla presenza dei suoi difensori di
fiducia, avvocati Carmine Passaro e Antonio De Girolamo. Con
somma sorpresa del gip, si è scoperto che il Cacciapuoti non è
più amministratore, né ha alcuna incombenza e responsabilità
nell’ambito del canile di Panza, ha troncato ogni rapporto e
questo fa cadere le esigenze cautelari alla base del
provvedimento. L’istanza della difesa è stata presentata al
termine dell’interrogatorio al fine di ottenere la revoca che
dovrà ricevere il parere del pubblico ministero. Tra qualche
giorno, si presume, il giudice revocherà l’ordine di
presentazione alla polizia giudiziaria come stabilito
nell’ordinanza che è stata emessa il 22 novembre e dopo oltre un
mese è stata eseguita.
UNA ASSOCIAZIONE CANINA
Il bello di questa storia è che di indagati coinvolti ce ne sono
parecchi. Si parla di ventuno
persone che avrebbero avuto un ruolo più o meno importante e
delicato per il trasporto degli animali all’estero. Molti sono
cittadini tedeschi, austriaci, svizzeri, italiani, perlopiù
dipendenti della Asl Napoli 2, per aver svolto delle attività di
controllo nello smistamento degli amici dell’uomo.
E’ stata creata una faraonica inchiesta che ha portato alla
composizione, fino ad ora, di ben diciotto capi di imputazione.
Perlopiù per presunte
falsificazioni dei dati anagrafici e modifica di quegli atti per
l’affido dei cani a cittadini italiani e anche stranieri che poi
si sono visti decuplicare gli affidamenti senza esserne a
conoscenza. E’ proprio in questo ambito che
viene contestato al Cacciapuoti l’essere punto di riferimento di
questa associazione che vede, oltre all’ex direttore del canile,
gli altri due indagati colpiti da provvedimento coercitivo più
altre due cittadine straniere, che
di fatto avrebbero creato una vera e propria associazione per
delinquere come si evidenzia nel capo di imputazione e che si
riporta all’ipotesi di falso ideologico e falsa scrittura: «
perché si associavano fra loro onde realizzare il costante
trasferimento di animali (cani e gatti) dal rifugio “Ernst” sito
in Forio di Ischia (località Panza) verso la Germania e nella
specie in siti (canili e abitazioni private) diversi da quelli
ufficialmente dichiarati all’atto del trasferimento e tanto
realizzavano in due modi: o mediante la collaborazione di “finti
adottanti”, ossia persone (quasi sempre tedesche) che, ottenuto
in Italia l’affido degli animali, giunte in Germania,
consegnavano gli stessi ad altre (e non identificate) persone
(per lo più delegati di canili tedeschi) oppure riempiendo
abusivamente alcuni moduli per richieste di affido (di cani e
gatti) firmati in bianco da persone cui avevano, con l’inganno,
sottoposto detti moduli per la firma, in entrambi casi,
redigendo false o fittizie richieste di adozione, formando così
false pratiche di adozione degli animali, esibendo dette
pratiche ed i veterinari dell’Asl di Ischia, ed ottenendo infine
da costoro il rilascio di passaporti per animali in cui
l’indicazione del proprietario dell’animale risultava, in ogni
caso, inveritiera, dunque si associavano per commettere una
serie indeterminata di delitti di falso in autorizzazioni
amministrative, i passaporti appunto di induzione del pubblici
ufficiale al rilascio di passaporti ideologicamente falsi, di
falso in atti pubblici (nei casi in cui, in calce ai moduli per
l’affido, vi erano pure le autorizzazioni dell’Asl alla consegna
dell’animale art 479 cp (falso ideologico) ed infine di
maltrattamento continuato di animali. Ed in particolare il
Pontone, il Mundt, con il ruolo di ideatori, promotori ed
organizzatori, dalla Germania, di tale sodalizio e dell’attività
da esso svolta, il Cacciapuoti con quello di associato con
funzione di organizzatore di detta attività in Italia, la
Schuerlein e la Heinemann (cittadine tedesche strette
collaboratrici dei Pontone) con quelle di associate destinate
alla cura degli aspetti esecutivi dei trasferimenti degli
animali da Ischia in Germania».
LA DIFESA SCOPRE ERRORI NELLE
INDAGINI
Per la verità, la difesa in questi pochi giorni ha già
riscontrato delle discrepanze su quanto accertato in questa fase
di indagini preliminari dalla polizia giudiziaria e fatta
propria dalla procura della Repubblica rispetto alla gestione di
determinati cani. Si badi che questi diciotto capi di
imputazione, la maggior parte di essi configurano una serie di
falsi per ogni animale non gestito correttamente. I difensori
hanno già sottoposto all’attenzione della magistratura la
circostanza che già valutando un caso specifico, la verità è del
tutto diversa da quanto già contestato nella ordinanza
cautelare. Di un cane che secondo i magistrati non sarebbe
finito a chi effettivamente ne aveva chiesto l’adozione. Ossia
ad un cittadino isolano che secondo l’accusa avrebbe ricevuto un
cane diverso da quanto riportato in documentazione. Non è vero.
E’ bastato sottoporre all’attenzione del gip la dichiarazione
autentica di questo signore per eliminare quantomeno una prima
contestazione di falso che certamente non reggerebbe in alcun
ulteriore vaglio di legittimità. La difesa del Cacciapuoti si
ritiene tranquilla di aver comunque chiarito molti aspetti di
questa storia e di poter procedere tranquillamente con
l’accertamento della verità verso altre situazioni che sono
elencate in modo analitico e preciso nella indagine che si è
corroborata finanche di ben due rogatorie internazionali. Su cui
una c’è stata una prima risposta interlocutoria dell’autorità
giudiziaria tedesca, mentre sulla seconda si attende da diversi
mesi la risposta. Cosa si chiede
alla polizia germanica? Di conoscere dove sono finiti i cani
giunti dall’Italia. Una richiesta che potrebbe rimanere tale.
RESPINTE LE ORDINANZE PER ALTRI
INDAGATI
Secondo alcuni, la polizia tedesca avrebbe altre attività da
espletare più urgentemente in questo periodo ed avendo avuto
rassicurazioni dalla fondazione in Germania che avrebbe
presentato tutta una serie di documentazione atte a dimostrare
la liceità delle operazioni, ci sarebbe stato questo
rallentamento nelle indagini oltre confine. A questo punto le
indagini rimangono nell’alveo isolano. I sostituti procuratori
Gargiulo e Sirleo (quest’ultimo è anche quello che ha svolto le
indagini, insieme al collega Noviello, sulla gestione del
commissariato rifiuti, imputando finanche il presidente della
giunta regionale Antonio Bassolino) dovranno rivedere tutti gli
atti finora acquisiti che sono molti e anche significativi. Alla
base di tutto ciò ci sono innumerevoli telefonate intercettate
tra vari personaggi. Ovviamente i principali attori ed indagati.
Il bello di queste intercettazioni
sono le telefonate tra le diverse “dame di carità” germaniche
che discutono su come portare i cani nel proprio Paese,
le preoccupazioni per le attività di indagini iniziate dalla
Polizia di Stato del commissariato di Ischia che si sofferma
molto su queste attività. E ciò ha allarmato diversi
protagonisti, come si evince in più di una telefonata. Sono
colloqui interessanti che potrebbero avere un valore per
l’opinione pubblica. Per conoscere chi sono i personaggi che
hanno operato, se lo hanno fatto correttamente, se siamo in
presenza di un fatto lecito o illecito. Per capire se è stato
giusto che molti comuni si convenzionassero con il canile di
Panza per il recupero dalle strade dei cani randagi, che costa
alla comunità diverse migliaia di euro all’anno. E questo è un
aspetto che è stato al centro dell’inchiesta dell’autorità
giudiziaria. L’altra notizia che è esplosa, è che il pubblico
ministero aveva chiesto diverse misure cautelari per molte di
quelle persone già iscritte nel registro degli indagati e che
andavano dall’applicazione di un provvedimento coercitivo di
arresti domiciliari passando per l’obbligo di dimora e di
presentazione all’autorità giudiziaria e finendo con il divieto
di mettere piede sull’isola d’Ischia, come è avvenuto per i
coniugi Pontone. Dovranno rimanere in Germania.
IL GOLFO Quotidiano di Ischia e
Procida