IL MATTINO
29 DICEMBRE 2007
Il caso
MASSIMO ZIVELLI
Ischia (NA) - È scattato l’obbligo
di firma per Nicola Cacciapuoti, il legale rappresentante del
canile consortile dell’isola d’Ischia, che risulta indagato
assieme ad altre sei persone - fra cui un veterinario dell’Asl -
nella maxiinchiesta condotta dalla magistratura e dall’Interpol,
su di un traffico sospetto
all’estero di adozione dei randagi. Il
provvedimento, richiesto dai sostituti procuratori Cristina
Gargiulo e Paolo Sirleo, obbliga il legale rappresentante del
canile isolano a presentarsi quotidianamente presso gli uffici
del commissariato di Ischia per sottoporsi all'obbligo della
firma. L'inchiesta, avviata dalla polizia nel dicembre dello
scorso anno, si è conclusa dunque con l'accoglimento da parte
del gip delle misure cautelari nei riguardi del solo Cacciapuoti.
Respinte quelle avanzate per tutti gli altri indagati. Secondo
gli inquirenti, le ipotesi di reato commesso in associazione fra
più persone, andrebbero dal traffico illecito e dal
maltrattamento di animali, fino al confezionamento delle false
documentazioni amministrative e sanitarie, prodotte per
facilitare l'espatrio degli animali destinati all'adozione nei
paesi d'oltralpe. In Germania l'Interpol ha interrogato decine
di persone che avevano richiesto ed ottenuto l'affidamento dei
randagi accalappiati sull'isola d'Ischia, nel tentativo di fare
luce sui meccanismi che per anni hanno regolato l'organizzazione
dei viaggi di adozione dall'Italia. Perquisizioni e
interrogatori sono stati effettuati anche ad Ischia. Qui il
personale della squadra mobile di Napoli, ha sequestrato carte e
registri presso l'ufficio veterinario dell’Asl e nelle sedi di
alcune delle associazioni animaliste. L'inchiesta della polizia
ha preso spunto da alcuni esposti che, nel novembre dello scorso
anno, segnalavano una serie di irregolarità nel rilascio del
passaporto sanitario per gli animali in procinto di essere
adottati all'estero. Un mese dopo circa, a pochi giorni dalle
festività natalizie, gli agenti del commissariato d'Ischia
bloccarono sul porto il furgone del canile che stava effettuando
un trasferimento di cani e gatti in Germania, mettendo sotto
sequestro l'automezzo e denunciandone a piede libero il
conducente. Poi ancora altri blitz e altri sequestri. Come
quello effettuato in un casotto di proprietà del Comune, ma
gestito da una associazione di volontariato. La struttura - non
autorizzata - veniva utilizzata come ricovero temporaneo per i
randagi. È ancora bufera dunque, sul canile realizzato a partire
dagli anni ’70 dalla volontaria di origine tedesca Annemarie
Ernst e che solo negli ultimi anni è stato rilevato nella
gestione da una fondazione che ha sede in Germania.
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