IL SALVAGENTE
24 GIUGNO 2010
Cani e gatti: ora stop alle deportazioni
(24/6-1/7/2010) Licia Colò
Sono circa 10mila gli italiani che hanno
sottoscritto la petizione “Ti deporto a
fare un giro”, promossa sul web
dall’Ente nazionale protezione animali (Enpa)
per fermare il fenomeno delle finte
adozioni e delle deportazioni all’estero
di milioni di animali domestici
italiani.
Le firme sono state consegnate dalla presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, alla sottosegretaria alla Salute, Francesca Martini. Ogni anno, a cadenze fisse, sono numerosi i furgoni, i camion e perfino gli aerei che partono da tutte le regioni italiane per trasportare oltre confine, e principalmente in Germania, in Svizzera e in Austria, animali d’affezione dei quali, una volta giunti a destinazione, si perdono le tracce. Sono animali privi di documenti, dunque, presi in carico da prestanome che poi acconsentono a spedirli all’estero con l’unico obiettivo di alimentare un lucroso commercio. Spesso si tratta di randagi raccolti per strada o nei canili, con finte adozioni, “merce” gratuita all’origine che acquista valore non appena arriva a destinazione. Il prezzo, eufemisticamente definito “rimborso spese”, può arrivare anche a 350-400 euro per un meticcio. Questo traffico, però, non riguarda soltanto i “trovatelli”, ma anche cani, e gatti, di proprietà: qualcuno sottratto durante la quotidiana “passeggiata”, altri invece ceduti dagli stessi proprietari, per i quali sono diventati un peso. Cuccioli o adulti, sani o malati, non fa differenza. E molti di loro, purtroppo, non arriveranno mai a destinazione: sfiniti dal viaggio, moriranno nel chiuso di un portabagagli o nella stiva di un aereo. Ad alimentare il lucroso commercio di esseri viventi, a volte rischiano di contribuire le stesse autorità locali, Comuni e Asl, per le quali le deportazioni all’estero rappresentano talvolta un surrogato delle politiche di contenimento dell’abbandono e del randagismo. È necessario quindi che anche le autorità facciano chiarezza. |
|