dal sito della
Lega Nazionale Difesa
del Cane
PSEUDOADOZIONI"
E "DEPORTAZIONI"
“BASTA, GENUG, STOP
IT” La Lega Nazionale per la Difesa del Cane è compartecipe della campagna creata dall'ENPA “TI DEPORTO A FARE UN GIRO”, nata per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni governative, in particolare il ministro del Welfare Maurizio Sacconi e il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini sulle “deportazioni” di animali domestici all'estero.
L’ENPA a questo proposito
lancia una petizione per
chiedere al Ministero della
Salute di intervenire una
volta per tutte contro
questo squallido e illegale
mercato.
LA LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE DICE: “BASTA, GENUG, STOP IT”
Migliaia di animali all'anno
arrivano in Svizzera,
Germania, Austria e in molti
altri parsi del Nord Europa.
Generalmente narcotizzati e
trasportati su camion o
automobili, gli animali
oltrepassano le frontiere
andando incontro a un
destino incerto. La gran
massa degli animali e'
infatti diretta verso mete
ignote e rifugi sospetti,
che rifiutano di fornire la
lista dei collocamenti dei
cani. Questo comportamento,
accompagnato da pretesti
quali la discrezione per
"non disturbare con
controlli" le famiglie
presunte affidatarie, e'
molto ambiguo. Assieme agli
amici veri infatti esistono
i trafficanti che raccolgono
cani: merce gratuita da
vendere ai laboratori.
Partono animali dall'Italia,
dalla Spagna, dalla Grecia,
dai Paesi balcanici,
dall'Europa orientale, dalla
Russia, dalla Turchia,
dall'Africa del Nord,
dall'Asia, se tutti questi
animali avessero trovato una
casa a quest'ora svizzeri e
tedeschi dovrebbero avere
almeno 15 cani e 30 gatti
per famiglia. Tutto ciò nei
paesi dove maggiormente al
mondo si pratica la
vivisezione, dove la
produzione interna di
pellicce di cani e di gatti
non è vietata e dove la
soppressione è legale. E
questi sono fatti.
Per maggiori informazioni e
per firmare la petizione on
line clicca qui:
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dalla Mailing
List di Bairo - luglio
2009 -
da Giorgia da Civitanova Marche (MC):
Arrivati a questo
punto è proprio il
caso di dire che:
"non c'è peggior
sordo di chi non
vuol sentire, non
c'è peggior cieco di
chi non vuol vedere.
Se anche la LNDC si
sta muovendo in
sincronia,
riconoscendone la
validità, con la
petizione promulgata
dall'ENPA, le
conclusioni da
trarre sono più che
evidenti. Purtroppo,
dico purtorppo con
profonda amarezza,
si sta sempre più
constatando la dura
realtà che si è
sempre annidiata
dietro le miriadi di
adozioni all'estero.
Certamente ve ne
saranno di valide ma
i numeri sarebbero
tutti da vedere.
Ancora mi chiedo
come possono certe
ASL autorizzare,
solo sulla parola,
l'espatrio immenso
degli animali
essendo certi che
mai alcuno dei loro
componenti potrà mai
verificarne
l'attendibilità:
eppure l'animale
randagio,
accalappiato e dato
in affido, ha il
sacrosanto diritto
di avere monitorata
la sua condizione di
affido. I numeri
dei cani che
approdono in quelle
terre, e non solo
dall'Italia, si
stanno moltiplicando
giorno per giorno
(quanta bontà e
disponibilità nei
popoli oltre
alpi!!), i canili
stranieri continuano
ad incamerare
animali abbandonati
o lasciati dai
propri cittadini
fino a raggiungere
l'estrema capienza e
decidere sul da
farsi, la situazione
del randagismo in
Italia, che pare
alcuni vogliano
risolvere solo
facendo partire i
cani, non sembra
delle più ottimali.
Qualcuno ha mai
sentito fluire nella
propria testa la
frase "volontà di
cambiare e di far
cambiare illusorie
metodologie di
applicazione del
presunto benessere
animale?". Cambiamo
testa, cambiamo le
nostre frequenze e
cominciamo a
dedicare il nostro
tempo, le nostre
opere, le nostre
mani ad operare sul
luogo: non più
canili-inferno nella
nostra Italia dai
quali molti ci
iniettano, come un
veleno, la falsa
credenza che il
portar via gli
animali da quei
luoghi possa far
migliorare la loro
condizione ed il
loro stato in
essere. Rivolgiamo
la nostra
attenzione alle
maestranze chiedendo
con tutto il fiato
in gola l'attuazione
di rifugi pubblici
ove sia garantita la
gestione ad
associazioni che
possano esplicare il
loro compito di
tutela animali in
terra propria,
entriamo nella testa
dei Primi Cittadini
e chiediamo loro di
essere di supporto
nel controllo reale
e
nell'identificazione
degli animali
presenti ed infine
facciamo tutti il
tutto possibile
affinchè per
combattere il
business dei randagi
in Italia non ne
creiamo un altro,
peggiore, estero.
Giorgia, Civitanova M. |
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