Egregi signori
Leggiamo su La
Nazione del 17
novembre scorso
nella cronaca di
Dicomano, nello
spazio sempre
gentilmente concesso
ai cacciatori,
che tali cacciatori
si lamentano per i
"cinghiali in
controtendenza".
Traducendo: non ci
sono tanti cinghiali
da ammazzare quanti
ne vorrebbero.
Quando decine di
squadre con
centinaia di
cacciatori, durante
la prescritta
stagione di caccia
e quella non
prescritta ma
autorizzate come
caccia di selezione
, uccidono
anche cuccioli,
animali giovani,
femmine gravide
perchè,
giustificandosi,
gridando ai quattro
venti: che i
cinghiali sono
troppi, sono un
flagello,
distruggono le
coltivazioni e
perfino i muri a
secco, mangiano il
cibo dei cani nei
giardini delle
villette, causano
incidenti stradali e
tante altre
nefandezze.
Quando invece i
cinghiali scarseggiano,
si grida allo
scandalo, alla
magra ricompensa,
alla mancanza di
materia prima
per coltivare una
passione.
Tranquilli! Ci
pensano gli
stessi cacciatori a
risolvere, basta
un'importazione
dall'Europa
orientale e i
cinghiali
ritorneranno a
popolare numerosi le
nostre macchie,
tanto numerosi da
permettere alla
solita recita
di replicarsi.
Cosa importa se i
cinghiali dell'est
non sono compatibili
geneticamenti con
quelli nostrani?
Tanto i nostrani
sono tutti morti
fucilati! Che
importa se l'art. 10
della legge 157 non
viene rispettato?
I cacciatori pensano
alle loro spese, a
coltivare la loro
passione di uccidere
un grande animale
dopo averlo
inseguito, braccato,
terrorizzato (e, nel
frattempo, aver
procurato il
ferimento e la morte
di tanti cani loro
strumenti di
caccia).
Per questi uomini
siamo ancora al
tempo delle caverne,
al tempo delle tribù
della giungla
considerate tanto
primitive, al tempo
in cui uccidere non
ha la valenza
immorale cui assegna
la cultura evoluta,
anzi, oggi è
ancora peggio: le
società primitive
uccidevano per
sopravvivere, nella
nostra giungla
appena fuori città
si uccide per gioco,
per sport, per
passione, per
l'orgasmo
che trasmette la
vista della paura,
della sofferenza
della morte.
Quanto lontano siamo
da quei primitivi
che chiedevano scusa
all'animale che
dovevano uccidere!
Quanto lontano siamo
da tutti quei
cittadini che
respingono la
violenza di ogni
genere, tanto pù se
è destinata a una
creatura che non può
difendersi da un
esercito di uomini
duri!
Vergogna che i
giornalisti si
attardino a favorire
questi clienti!
Vergogna che non
approfondiscano la
questione come
dovrebbero fare per
dare una giusta
informazione, una
propria informazione
e non il servizio a
una categoria.
Raramente troviamo
accanto a un
articolo di parte,
l'articolo della
controparte.
Chiediamo che questa
nostra protesta
abbia almeno lo
stesso peso della
sparata dei
cacciatori.
Grazie!
.......................GRUPPO
BAIRO Onlus
firme dei sostenitori del messaggio: |