Egregi signori
Si può parlare del circo guardandolo da
molti lati e tutti saranno parziali, incompleti, falsi perchè basati
sull'interesse umano. Ma il circo con gli animali è un circo basato
sulla loro sofferenza e quindi non può essere spettacolo etico, ci
riporta a tempi molto lontani quando anche l'uomo era oggetto di
spettacolo circense.
Noi consideriamo il circo altamente
diseducativo. Gli animali soffrono, vivono prigionieri, in strette
gabbie, la loro etologia è totalmente annullata. Sono soltanto piccole
o grandi macchine a forma di serpente o di elefante ma sempre
macchine, schiavi.
Siano essi nati in cattività o prelevati
dal loro habitat naturale, questi animali sono considerati strumenti
di guadagno. Questo sfruttamento di esseri senzienti è indegno della
civiltà.
Ci auguriamo che la città di Catania segua
l'esempio di altre città vietando l'attendamento dei circhi con
animali.
............................. GRUPPO BAIRO Onlus
Firme dei sostenitori del messaggio:
p.s. articolo di cronaca in allegato
3 gennaio 2004
LA SICILIA
Circensi si
nasce: «Più che un lavoro»
«La vita da circo, vista dall'esterno, sembra più
brutta e sacrificante di quella che poi è realmente». Darix Martini,
erede di una famiglia circense siciliana che da cinque generazioni gira
per il mondo - fino al 25 gennaio a Catania per presentare il suo
spettacolo - ci tiene a precisare: «Amiamo questo mestiere, non lo
cambieremmo mai per nessuna ragione al mondo».
Sotto il suo tendone, una «famiglia» - come ama definirla - di oltre 100
persone corre freneticamente da una parte all'altra, prima che inizi lo
show. Le ballerine si ricoprono di cerone e volant, il clown scalda la
tromba e la macchina più matta del mondo, la contorsionista scioglie i
muscoli. «Mia moglie e i miei figli, mio fratello e i miei nipoti -
precisa Darix - lavorano tutti qui. Siamo circensi nel sangue, anche
Michael, che ha solo tre anni, sogna un domani di domare i leoni».
I cammelli, gli struzzi e i serpenti fanno il loro ingresso dietro le
quinte, mentre Irina e George, una coppia rumena di acrobati dell'aria,
sono pronti ad entrare in scena: lei ha saputo proprio in questi giorni
di essere incinta. Attaccata ad una fune, vola. Vola in alto insieme al
marito. E poi ci sono gli animali, quelli che hanno fatto e continuano a
fare la storia del circo: «Baby, il nostro elefante - spiega Darix - è
nato proprio in questa città e il 4 gennaio compirà 50 anni. Ma è la
giraffa, alta ben cinque metri, quella che più affascina i bambini.
Mentre i serpenti, che facciamo anche accarezzare durante l'esibizione,
riscuotono successo tra i più grandi».
Lo spettacolo prosegue velocissimo, esibizione dopo esibizione, le luci
si abbassano, seguono i movimenti dei protagonisti e la voce fuori campo
del presentatore continua a commentare saltimbanchi, danze e
funambolismi. Ma c'è anche chi rimane in tensione, aspettando il proprio
turno: Roberto Caroli, 43 anni, al debutto proprio durante la tappa
catanese, inizia a parlare con i suoi cinque compagni d'avventura.
Sultan, Rocky, Massalina, Giada e Rambo, li porta sempre con sé: tigri,
leoni e leonesse che ha cresciuto sin da piccoli: «Sono l'unico domatore
- dice - che riesce a portarli in gabbia senza fruste o forconi. Si
rischia, certo… Mio zio e i miei cugini sono stati feriti gravemente
durante la loro carriera, proprio durante uno spettacolo: ma sono gli
inconvenienti del mestiere. D'altronde, per fare questo lavoro, devi
essere matto. Qui, siamo tutti matti».
Anche Calogero Veneziano, 83 anni di cui 40 passati a lavorare con gli
Orfei, non riesce a fare a meno del suo amato circo e oggi segue in giro
per il mondo la famiglia Darix: «Ho una casa bellissima - dice
scherzando - ma se rimanessi lì morirei…».
Perché senza il loro tetto a quattro ruote - spesso anche sfarzoso e
pieno di comfort - non andrebbero poi così lontano. «Circensi si nasce,
anche se ormai ci sono anche le Accademie ed è possibile apprendere i
trucchi e le tecniche del mestiere. Circensi si muore, lasciando in
eredità un'arte che non tramonterà mai».
Assia La Rosa