Egregi
signori ........................GRUPPO BAIRO Onlus firme dei sostenitori del messaggio:
I cani randagi di mezza Europa sono a rischio.
Sospetti su un'associazione tedesca
Un mese fa, da queste colonne era stata annunciata un'inchiesta di respiro internazionale sul traffico di cani randagi. Cuccioli o comunque quattrozampe abbandonati da tempo vengono raccolti da un'associazione tedesca ma nessuno sa che dove vanno a finire queste bestiole. E la domanda ricorrente, non a caso, è proprio questa: cosa se ne fa l'ente di raccolta di questi cani? I sospetti si sprecano ma, quel che è positivo, è che un'indagine è stata avviata in Grecia. Al centro di tutto c'è, dunque, un'associazione con sedi in Austria, Germania e a Creta, l'«Arca di Noè» («Arkenoa»), che raccoglie i cosiddetti figli di nessuno, cani senza padrone in tutto il Vecchio Continente e li porta nei propri ricoveri. Ufficialmente sono animali in procinto di essere adottati. Il sospetto, invece, è che servano da cavie, per sperimentazioni e vivisezione. Blocchi di cuccioli, tra l'altro, si registrano in tutta Europa. I casi più recenti riguardano sequestri di camion e furgoni, con animali stipati come sardine, effettuati in Svezia, Norvegia, Germania, Grecia, nella Svizzera italiana, in Austria, in Turchia. In Italia si segnalano scoperte a Rovereto, Padova, Milano, Brescia, Catania, Emilia Romagna, Campania. Il fenomeno, come si può intuire, sta raggiungendo dimensioni ragguardevoli. Tra l'altro, oltre ai mezzi di trasporto con randagi a bordo, sono stati scoperti veri e propri lager, campi di concentramento con racchiusi centinaia di cagnetti raccolti praticamente ovunque. A Creta, nei giorni scorsi, è stato fermato un altro camion carico di bestiole diretto in Germania. Le autorità hanno aperto un'inchiesta proprio sull'associazione. E un altro carico è stato bloccato a Ischia, nel Napoletano. La prima «scoperta» di questo traffico di cani, però, è stata fatta a Rovereto, per caso. Era il 21 giugno 2003 e 57 randagi stavano viaggiando stipati sul rimorchio di un furgone partito da Creta e diretti a Coblenza. Il mezzo che li stava trainando verso la Germania si fermò in autostrada per il cedimento della pompa dell'acqua. Un anonimo, che aveva assistito alla scena, telefonò a Claudio D'Ingiullo, responsabile della Pan-Eppaa, segnalando la presenza di quello strano rimorchio carico di cani. Chiaro il timore che quel viaggio nascondesse qualche strano traffico e che la sorte dei cani fosse poco felice. Con la guardia zoofila arrivarono anche le forze dell'ordine che verbalizzarono l'«incidente». Le bestiole furono poi fatte ripartire assieme al furgone e al conducente. Un mese più tardi, un altro Tir fu bloccato in Costaviolina. A «bordo» aveva 15 cani, diretti alla stessa associazione in Austria. Del caso si occupò la procura di Rovereto ma quel fascicolo non ha mai prodotto nulla. In Grecia, invece, lo stesso Claudio D'Ingiullo è stato sentito più volte, proprio perché è stato il primo a occuparsi del caso. Il responsabile dell'ente di protezione animali è anche stato invitato a prendere parte ad un programma televisivo nel Paese ellenico.
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IL GIORNO Mobilitazione degli animalisti Trentanove meticci partiti dalla Grecia e destinati alla Germania, probabilmente a dei laboratori di vivisezione, sono stati trovati all’interno di un camion fermato dalla polizia a Padova. I futuro dei cagnolini, molti cuccioli, si decide in queste ore. ************************
IL DENARO.IT
11 APRILE 2006
Maltrattamento degli animali: la triste verità da conoscere
di Giacomo Nardone
Gli scorsi primo e 2 aprile la Lav, Lega Antivivisezione, organizza nelle piazze italiane una campagna di sensibilizzazione sul fenomeno del randagismo per far conoscere all’opinione pubblica le condizioni di vita dei cani detenuti nei canili, denunciare l’esistenza di strutture “lager” nel nostro Paese e il business milionario innestatosi su di essi. Molti Comuni sono incapaci di gestire il randagismo e appaltano a privati la gestione del canile, pagando una diaria che varia dai 2 ai 7 euro giornalieri per cane, un giro di denaro che si aggira intorno ai 500 milioni di euro all’anno. Un canile con mille cani può arrivare ad aggiudicarsi un appalto di 2,5 milioni di euro. Persone senza scrupoli, attirate dalla possibilità di accumulare molto denaro con pochi rischi, hanno costruito sulla gestione dei canili un business. Lasciati operare da istituzioni compiacenti, lucrano sulle sovvenzioni pubbliche raccogliendo centinaia di cani e relegandoli in strutture inadatte dove vivono in spazi angusti e sovraffollati, denutriti e in condizioni sanitarie inadeguate. I controlli sono carenti, i maltrattamenti all’ordine del giorno, le malattie dilagano, la mortalità supera anche il 50 per cento. Per modificare lo stato di cose la Lav chiede nuove leggi per contrastare il randagismo e incentivare le adozioni, per fissare dei vincoli precisi sulle strutture adibite a canili, affinché gli animali che non hanno una famiglia possano avere la speranza di essere affidati e, finché sono ospiti dei canili, condurre una vita sana e non subire maltrattamenti. Ai tavoli della Lav è stato possibile firmare le due petizioni (una rivolta al Governo, l’altra alle Regioni), e sostenere l’associazione acquistando il tradizionale uovo di cioccolato della Lav, realizzato con cioccolata e sorpresa provenienti del mercato equo e solidale, per una festa all’insegna del rispetto dei diritti di tutti gli esseri viventi. Con quest’iniziativa si spera anche di dare una voce alle denunce contro l’esportazione in massa di animali randagi verso paesi, come la Germania, dove vengono praticate abominevoli massicce sperimentazioni su animali vivi, ormai dimostratesi inutili e superate, alimentando una sorta di contrabbando di viventi di taglio milionario, ma che rappresenta brutalità degne del più retrivo Medioevo.
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