Sent: Friday, November 21, 2003 9:53 PM
Subject: Cento cani invisibili a Follonica
Egregi signori
Leggiamo l'articolo allegato e ringraziamo Il Tirreno per aver
riportato dichiarazioni e non opinioni. Chiediamo però ci venga
riconosciuto il diritto/dovere di replicare pubblicamente alle
opinioni del sindaco di Follonica sig. Emilio Bonifazi.
Come cittadini rispettosi delle leggi (anche quelle che riguardano
la tutela degli animali) ci sentiamo particolarmente disgustati
per come vengono trattati i cani dei cacciatori di cinghiali,
animali d'affezione al pari di altri e che vengono considerati non
solo indegni d'affezione ma neppure animali. E' quanto apprendiamo
dalla relazione pubblicata sul sito degli Animalisti Italiani che
alleghiamo e su altri siti WEB.
Ci rendiamo conto che concetti come "La città di Follonica,
comunità portatrice di elevati valori di cultura e civiltà,
individua nella tutela degli animali uno strumento finalizzato al
rispetto ed alla tolleranza verso tutti gli esseri viventi e in
particolare verso le specie più deboli" (art. 3 del
Regolamento per la tutela degli animali) siano, nella realtà,
totalmente sconvolti.
Sconvolgenti sono anche le dichiarazioni del sindaco Bonifazi il
quale dichiara di aver "sempre effettuato i controlli di
rito", di rito appunto, cioè di cerimonia se le realtà
descritte imperano. Prassi che nasce e subito collassa su se
stessa. Comportamenti totalmente svuotati di ogni significato
altrimenti il sindaco avrebbe visto quello che altri vedono a meno
che per lui un cane legato a catena di un metro alla sua fetida
cuccia dalla quale può soltanto scendere e salire, o un cane che
si difende dai 40° all'ombra scavando una buca sotto quella
stessa cuccia, oppure cani che mangiano pane secco buttato per
terra tra gli escrementi, cani isolati, spaventati, abbandonati
alla solitudine e all'inedia (condizioni ecologiche, biologiche, etologiche?)
non sia maltrattamento ; se per lui tutto questo non è
maltrattamento ci domandiamo: cos'è il maltrattamento?
Forse un intestino squarciato dalle zanne di un cinghiale? Forse
le frequenti ricuciture di ferite profonde? Forse gli interventi
abborracciati per fermare emorragie, ricomporre un arto in mezzo
al bosco?
Ma se neppure questo è maltrattamento, cos'è il maltrattamento?
Probabilmente il sindaco e coloro che la pensano come lui (ma
siamo certi del disaccordo di altri) non ritengono che il
maltrattamento da parola si traduca in azioni concrete con nomi
diversi ma con uguale senso. Forse considerano che sia sufficiente
scrivere la parola su un regolamento e che imbalsamata
resti lì a dichiarare quanto civile sia l'amministrazione.
Ma gli animali sono esseri viventi, le leggi hanno pari dignità
nel nostro ordinamento e, poichè al
maltrattamento si è voluto dare dignità di legge, come
tale deve scendere dalle frasi imbalsamate scritte sulla carta ed
entrare nei recinti dei cani, dove assumerà, se solo il sindaco
farà lo sforzo di capire, il significato concreto, reale, di
sofferenza.
Siamo invece d'accordo con il sindaco quando dice che i cani per i
cacciatori sono un patrimonio. Lo crediamo. I cani sono un
patrimonio cioè denaro, mercato, commercio, compra vendita,
rendimento.
I cani, come i fucili, sono uno strumento per la battuta al
cinghiale. Non hanno un padrone ma tanti padroni, non hanno una
casa ma una gabbia, non ricevono carezze ma addestramento. Si
apprezzano per quanto rendono, altrimenti........sono
un patrimonio inesistente.
I cani dei cinghialai non sono animali d'affezione, non vivono
nelle case, non ricevono carezze dal loro padrone, sono fantasmi.
E, considerato che nel caso dei cani da cinghiale tutto è
capovolto, sconvolto, stravolto, una domanda sorge prepotente
dalla nostra coscienza: la tutela delle istituzioni è per le
vittime o per i carnefici? E' per chi soffre o per chi infierisce?
E' per chi ha cura o per chi se ne frega?
Ci auguriamo che le ultime tra le sterili dichiarazioni di rito si
risolvano ad affondare le loro radici in una coscienza giuridica,
etica e sociale che abbia in considerazione non soltanto i
cacciatori ma anche gli animali sfruttati e maltrattati e i
cittadini che tali animali amano e rispettano considerandoli
veramente quella ricchezza di cui fino ad oggi, con tanta
ipocrisia, il Regolamento del comune di Follonica si fa vanto.
.........................GRUPPO BAIRO Onlus
Firme degli aderenti al GRUPPO BAIRO e sostenitori del
messaggio:
p.s. articolo di cronaca in allegato:
IL TIRRENO - 14 NOVEMBRE 2003 - FOLLONICA MASSA
Cento cani tenuti in condizioni drammatiche
Gli Animalisti Italiani indignati hanno sporto denuncia e
scritto ai sindaci
Follonica (Grosseto) -
La denuncia è arrivata nei giorni scorsi da parte dell'associazione
"Animalisti Italiani". In località Valli, zona Martellino,
esisterebbe un terreno in cui sono tenuti circa 100 cani da caccia
in condizioni contrarie a qualsiasi norma igienica e sanitaria.
Questo almeno sembra emerso da un controllo effettuato da alcuni
membri dell'associazione presieduta da Walter Caporale. Il quale ha
sporto denuncia alle autorità giudiziarie e amministrative,
segnalando il caso alla procura e al Noe di Grosseto, ma anche ai
carabinieri di Follonica, ai responsabili dellAsl 9, ai sindaci di
Follonica e Scarlino nonchè alla Comunità di Montana. Il terreno è
situato nel comune di Follonica e una volta apparteneva proprio alla
Comunità Montana, mentre la gestione è affidata al complesso
agricolo regionale "Le Bandite" di Scarlino. La descrizione fornita
del presidente degli Animalisti Caporale è molto precisa,
particolareggiata, articolata. _ Abbiamo scoperto che i cani vivono
in condizioni drammatiche, alcuni sono legati a una catena fissa,
non c'è infermeria, mancano griglie per il deflusso degli escrementi
e delle urine. Alcuni animali presentano evidenti segni di
denutrizione.- - Anche le cucce - continua Caporale, - sono
precarie, costruite in legno marcio e lamiere arrugginite. Tanti
cani si avvicinavano alle reti mostrando i denti e abbaiando
furiosamente, per arretrare subito dopo con la coda fra le gambe.
Segno evidente, a nostro avviso, di paura dovuta a maltrattamento.-
Gli Animalisti hanno quindi riscontrato, dopo l'ispezione, una
possibile violazione di numerose leggi e regolamenti: per esempio la
legge regionale 8 aprile 1995, n. 43, che condanna gli atti di
crudeltà contro gli animali, i maltrattamenti e il loro abbandono. O
il regolamento del comune di Follonica di tutela degli animali
(risalente al 2002). O ancora il regolamento di Polizia Veterinaria
Dpr 320. E l'articolo 727 del Codice Penale e la legge nazionale
281/91 sulla tutela degli animali d'affezione. Le condizioni dei
cani nella zona di Follonica sono state più volte al centro delle
denunce degli animalisti: in passato altre iniziative simili sono
partite proprio verso la stessa e altre strutture, anche se fino a
oggi gli interventi effettuati dalle autorità preposte non hanno mai
riscontrato violazioni, in particola modo riferite ai
maltrattamenti. Stavolta però l'allarme sembra essere più grave e le
indagini sono già in corso da parte delle autorità preposte. Tra
l'altro l'allarme degli Animalisti e del movimento Una non riguarda
solo Follonica, ma comprende anche il resto del territorio
grossetano (dove la caccia al cinghiale è molto diffusa) e più in
generale tutta la regione toscana.
Michele Nannini
Ennesimo Esposto
Bonifazi fa il pompiere ma assicura che controllerà
Follonica (Grosseto)
Il sindaco di Follonica Emilio Bonifazi conferma di aver ricevuto
nei giorni scorsi la denuncia sporta dagli Animalisti Italiani. -
Purtroppo è un argomento del quale si parla spesso - conferma il
primo cittadino.- Da molto tempo esistono queste strutture in
località Valli e denunce simili giungono quasi periodicamente
all'attenzione dell'opinione pubblica. Da una parte abbiamo sempre
effettuato i controlli di rito sia con la Polizia Municipale che con
i responsabili della locale Asl, oltre ad aver provveduto alla
pulizia di alcune zone di macchia e bosco nelle quali si trovano
queste strutture: anche in questa occasione sono in corso degli
accertamenti che verranno molto probabilmente fatti anche dai
Carabinieri con il Nucleo Operativo Ecologico di Grosseto e
dell'azienda sanitaria locale.- Su un'altro fronte invece, ha
sorpreso un po' la denuncia di maltrattamenti - I cani da caccia
rappresentano un vero e proprio capitale per i cacciatori, quindi
credo sia naturale anche per loro tutelare questo patrimonio.
Comunque da parte nostra non vogliamo né sottovalutare né
ingigantire il problema. Verificheremo questa denuncia così come
abbiamo fatto in passato con le altre.- Conclude il sindaco.
(m.nan.)
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