LIBERO
3 MARZO 2006
Germania, licenza di sparare
ai gatti
L'ORDINANZA DEL
GOVERNATORE DEL LAND DOVE C'È L'ISOLA INFETTA
Di Oscar Grazioli
C' era da aspettarselo.
D'altronde, senza voler fare apprezzamenti di bassa
lega razziale, se noi siamo noti al mondo per la
pizza, il mandolino e la mafia, i tedeschi sono noti
per una certa diciamo "determinazione" che talvolta
li porta a prendere decisioni da " crucchi ". E'
capitato che il ministro dell'agricoltura del
Meclemburgo - Cispomerania, Till Backhaus, ha deciso
di autorizzare i cacciatori a sparare a gatti e cani
randagi al fine di impedire la possibile diffusione
dell'influenza aviaria. Il land in questione è
quello che ha autorità amministrativa sulla ormai
famosa isola dove è stato trovato morto, pochi
giorni fa, un gatto. Questo episodio storico passerà
ai posteri come " Il gatto di Ruegen ". Gli alieni
che leggeranno sui loro CD a scansione spazio
temporale come s'innescò sulla Terra la terza guerra
mondiale e come, in seguito a questa, si estinse
l'Homo Sapiens, si gratteranno fra le antenne, più
volte, prima di convincersi che la morte di un
gatto, su una sperduta isola del Baltico, diede la
stura alla scomparsa dell'Uomo. Eppure si sa come
vanno a finire le cose. Si comincia con lo sparare a
uccelli, gatti e cani randagi, poi, per sicurezza si
passa agli animali nelle case. Qualche proprietario
testa calda risponde al fuoco, l'amato gatto
dell'amante di un generale austriaco viene
proditoriamente fucilato sul confine, ne nasce un
conflitto a fuoco. Un graduato sovietico, che si
trovava lì per uno stage, viene colpito per errore.
Da Mosca si alzano i Mig che vanno a sterminare le
aquile, simbolo del popolo tedesco. Sfiga vuole che
ci vada di mezzo un'aquila inanellata in Giappone
con anello made in USA. I nipponici, che non
vedevano l'ora, sganciano due atomiche su Washington
e New York. Scendono in campo gli islamici che fanno
sollevare il medio oriente. Il conflitto è totale e,
per quanto alcuni storici teorizzino la colpevolezza
di Al Qaeda, in realtà ormai è noto che la vera
causa del disastro fu l'episodio del " Gatto di
Ruegen ". Se la faccenda non meritasse di diventare
ancora più seria di quanto non lo sia ora, si
sarebbe tentati veramente di fare dell'ironia e di
mettere alla gabella certi amministratori che si
fanno prendere dal panico e assumono decisioni
insensate. Piogge di pallini piovono su uccelli che
nessuno è in grado di capire se sono infetti o meno,
ora il mirino dei fucili si dirige su cani e gatti
che si trovano oltre 200 metri da un abitato e
domani ? Ci saranno i cecchini che di notte
aspettano i parenti dell'uomo che è morto per una
banale complicazione di un' influenza stagionale ?
Si riapriranno i lazzaretti e sentiremo cigolare
nella strada le ruote dei carri che trasportano i
morti ? Qualcuno li fermi, prima che ci facciano
piombare nel buio del medio evo.
LIBERO
3 MARZO 2006
Licenza di
sparare ai gatti in Germania
BERLINO - Tempi duri per
cani e gatti randagi in Germania: da ieri corrono il
rischio di ricevere non solo cibo ma anche fucilate.
Il ministro dell'agricoltura del Meclemburgo-
Cispomerania, Till Backhaus, ha autorizzato i
cacciatori a sparare sugli animali senza padrone.
Una soluzione " drastica" per combattere la
diffusione dell'influenza aviaria, presa dopo la
morte del gatto sull'isola di Ruegen. La decisione
non è stata particolarmente apprezzata dalle
associazioni animaliste. « Il ministro si è fatto
prendere dal panico » , commenta infuriato Thomas
Schroeder, presidente del " Deutsches Tierschutzbund",
l'associazione tedesca per la protezione degli
animali. « Ho solo applicato una legge » , si
difende il ministro. Ma sotto accusa è finita anche
la prassi introdotta da una settimana che permette
di sparare con cartucce a pallini di piombo
agli animali acquatici ritenuti malati. Una
sofferenza inutile, spiegano gli animalisti. E
mentre la Germania spara ai randagi, nello zoo di La
Palmyre, nel sud- ovest della Francia, ieri sono
iniziate le vaccinazioni di 630 volatili. A cicogne,
gru, ibis, pellicani e pinguini è stato iniettato il
vaccino che contiene il virus H5N2, simile a quello
ben più famoso e letale dell'H5N1. Dopo toccherà ai
350 fenicotteri del parco, una delle più importanti
colonie in cattività in Europa. Il vaccino è stato
sperimentato già nei parchi zoologici dei Paesi
Bassi. Sempre in Francia, ma a Poitiers, il sindaco
ha invece deciso di chiudere temporaneamente il
parco zoologico della città, situato nel bosco di
Saint Pierre, come misura di protezione per arginare
il rischio di contagio dell'influenza aviaria, ma
soprattutto, dopo la morte di una gru coronata, per
non causare ulteriore stress agli animali. Alcuni
volatili che si trovavano in grandi recinti,
infatti, sono ormai confinati in un habitat di
dimensioni inferiori. « Inoltre - ha detto il
sindaco - nelle prossime settimane partirà una
campagna di vaccinazione » . Il parco zoologico di
Poitiers conta circa 250 animali, di cui una
quarantina di specie di volatili: pappagalli,
cicogne, gru, fenicotteri, barbagianni.
Massimo Spinosa
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
3 MARZO 2006
Aviaria
Mano libera ai cacciatori nella zona dove è
stato scoperto il primo caso di gatto contagiato
dal virus
«Licenza di
sparare a cani e gatti»
La decisione di
un ministro tedesco provoca l'ira degli
ambientalisti
ROMA Animalisti sul piede di guerra in Germania,
dopo che il ministro dell'agricoltura del
Meclemburgo-Cispomerania, Till Backhaus, ha
deciso di autorizzare i cacciatori a sparare ai
gatti e ai cani randagi per impedire la
possibile diffusione dell'influenza aviaria, che
nei giorni scorsi ha ucciso un gatto randagio
sull'isola di Ruegen. Per Thomas Schroeder,
presidente del «Deutsches Tierschutzbund»,
l'associazione tedesca per la protezione degli
animali, il ministro si è fatto prendere dal
panico. Un'analoga opinione è stata espressa
anche dalla Lega ambiente italiana. Nella
circostanza, Backhaus ha fatto valere l'articolo
23 della legge regionale sulla caccia, che
consente di abbattere i gatti che si trovano «a
più di 200 metri di distanza dall'abitazione più
vicina», la stessa norma si applica anche ai
cani «che danno la caccia ad animali selvatici
al di fuori della portata di azione dei loro
proprietari». L'associazione dei cacciatori ha
stimato in un minimo di 30 mila i gatti randagi
in circolazione nel Meclemburgo-Cispomerania.
Thomas Schroeder ha anche criticato la prassi
introdotta da una settimana di permettere di
sparare con cartucce a pallini di piombo agli
animali acquatici ritenuti malati. «La
diffusione della rosa di pallini finisce solo
per ferire gli animali, senza ucciderli», ha
spiegato, e si è chiesto come faranno i
cacciatori a distinguere gli animali contagiati
da quelli sani, se a Ruegen non si è stati
nemmeno in grado di raccogliere tutte le
carcasse di uccelli morti. La paura del contagio
con il virus dell'influenza aviaria più
pernicioso per gli esseri umani non scende in
Germania, dove sono state confermate ieri le
peggiori previsioni degli esperti: il gatto
morto sull'isola di Ruegen, nel mar Baltico
tedesco, era stato contagiato proprio dal virus
H5n1 del ceppo asiatico più pericoloso per gli
esseri umani, secondo i risultati di laboratorio
resi noti. «Questa scoperta aumenta le nostre
preoccupazioni - ha detto il ministro
dell'Agricoltura tedesco, Horst Seehofer - in
quanto con il passaggio ad un mammifero, un
gatto domestico, il virus si è avvicinato
fisicamente agli esseri umani». Il ceppo più
aggressivo dell'influenza aviaria che per la
prima volta è stato riscontrato su un mammifero
in Europa, ha reso noto ieri un portavoce
dell'istituto di analisi veterinarie con sede
sull'isola di Riems (Germania settentrionale),
in base all'esame del materiale genetico
prelevato dal felino è identico con il virus
H5n1 del primo cigno trovato morto sull'isola di
Ruegen ed esaminato nello stesso laboratorio.
Vista la vicinanza dei luoghi dove sono stati
raccolti i cadaveri del cigno e del gatto,
ambedue nei pressi del traghetto per il
promontorio di Wittow (a Ruegen), il risultato
non è sorprendente, ha detto il portavoce. Nel
frattempo le analisi non mirano più a confermare
la presenza proprio di questo ceppo, in quanto
esso si è rivelato presente in tutti gli animali
raccolti a Ruegen. Si sta perciò pensando a
tutta una serie di provvedimenti per impedire
che il virus entri ora anche negli allevamenti
di pollame della Germania (dove finora non è mai
stato individuato): nelle zone dove sono state
trovate prove della sua presenza l'area di
sicurezza sarà allargata da tre a dieci km, in
tali posti cani e gatti non potranno più
circolare in libertà. L'ingresso ai grandi
allevamenti di pollame e altri animali da
cortile sarà ristretto e rafforzata la ricerca
di animali possibilmente malati. Il ministro
Seehofer ha confermato che sull'isola di Ruegen
i casi accertati di contagio sono saliti a 115,
11 sulle coste del Meclemburgo-Vorpommern
davanti alle quali si trova l'isola del mar
Baltico, altri 14 negli altri quattro Laender
(regioni) della Germania coinvolte e cioè
Schleswig-Holstein e Brandeburgo nel nord,
Baviera e Baden-Wuerttemberg a sud. In tutto 140
animali positivi all'esame dell'H5n1. L'obbligo
di tenere il pollame al chiuso, che potrebbe
essere esteso fino a aprile prossimo, sta
cominciando a provocare danni a molti
allevatori, soprattutto a quelli «ecologici» che
rischiano di perdere la qualifica e quindi
essere costretti a vendere le loro bestie a
prezzi inferiori. Si comincia a parlare inoltre,
per primo la proposta è stata fatta da Wilhelm
Priesmeier, deputato Spd al Bundestag, di usare
anche in Germania il vaccino che da aprile
prossimo sarà dato in Francia alle oche. Ciò
permetterebbe di trattare diversamente gli
animali vaccinati da quelli a rischio di
contagio. Intanto l'allarme aviaria s'estende in
altre regioni del mondo. Le autorità di Baghdad
hanno reso noto ieri il decesso di una donna
della zona di Nassiriya che si sospetta sia
dovuto all'influenza aviaria. Test preliminari
compiuti nei pressi dell'abitazione della donna
hanno dato esito positivo. G. St.
LA REPUBBLICA
03/03/2006
Berlino, 13:03
AVIARIA: RUEGEN, CONSENTITO DI SPARARE A GATTI E CANI RANDAGI
Animalisti sul piede di guerra in Germania,
dopo che il ministro dell'agricoltura del
Meclemburgo-Cispomerania, Till Backhaus, ha
deciso di autorizzare i cacciatori a sparare
ai gatti e ai cani randagi per impedire la
possibile diffusione dell'influenza aviaria,
che nei giorni scorsi ha ucciso un gatto
randagio sull'isola di Ruegen. Per Thomas
Schroeder, presidente del "Deutsches
Tierschutzbund", l'associazione tedesca per
la protezione degli animali, il ministro si
e' fatto prendere dal panico. Nella
circostanza, Backhaus ha fatto valere
l'articolo 23 della legge regionale sulla
caccia, che consente di abbattere i gatti
che si trovano "a piu' di 200 metri di
distanza dall'abitazione piu' vicina"; la
stessa norma si applica anche ai cani "che
danno la caccia ad animali selvatici al di
fuori della portata di azione dei loro
proprietari". L'associazione dei cacciatori
ha stimato in un minimo di 30 mila i gatti
randagi in circolazione nel
Meclemburgo-Cispomerania. Thomas Schroeder
ha anche criticato la prassi introdotta da
una settimana di permettere di sparare con
cartucce a pallini di piombo agli animali
acquatici ritenuti malati. "La diffusione
della rosa di pallini finisce solo per
ferire gli animali, senza ucciderli", ha
spiegato, e si e' chiesto come faranno i
cacciatori a distinguere gli animali
contagiati da quelli sani, se a Ruegen non
si e' stati nemmeno in grado di raccogliere
tutte le carcasse di uccelli morti.
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