La
follia umana non è solo allevamenti, laboratori di
sperimentazione, pellicce...
Essa può camuffarsi e vestire i colori della festa e
del divertimento: anche il suo nome si nasconde con
parole innocenti come tradizione, allegria,
competizione, palio....
Le immagini di cavalli che rotolano rovinosamente
nella polvere dove lasciano la propria vita per una
manciata di secondi; una corsa assurda a cui non
hanno chiesto di partecipare. Osservate la misera
fine di un nobile animale, figlio del vento, dalle
zampe fragili e sottili nate per correre in spazi
aperti. Ascoltate la sofferenza che le foto
trasmettono: cavalli che sopportano pene indicibili,
nel silenzio della propria disperazione, con una
dignità che solo gli animali possiedono.
E adesso guardate l'Uomo in tutta la sua
superficialità. La gente che guarda con sadica
curiosità, godendo del massacro. Una vergogna che
non trova paragoni.
Scene come queste sembrano risalire al medioevo ed
invece fanno parte del presente. Un presente
definito progredito e civile, dove il rispetto per
la vita sotto qualsiasi forma si presenti, ancora
non esiste.