Non guardatemi con ribrezzo e ripugnanza. Non
ho voluto io questo scempio sul mio corpo e questo orribile
aggeggio che mi spacca la testa obbligandomi a un dolore senza
fine. La forza di muovermi non c'è più ormai. Troppa sofferenza
attraversa le vene intrise di veleno e le ossa martoriate. Una
esistenza in questa prigione dove la paura attanaglia il cuore e lo
scorrere del tempo è inutile, mi ha trasformato in una poltiglia
di carne inerme senza anima.
Eppure in questi occhi stanchi e disperati, il bagliore della vita
brilla ancora per chi ne conosce l'autentico valore.