"Io, Michel Brière, non posso
fornirle ulteriori testimonianze circa la vivisezione, in
aggiunta a ciò che è già conosciuto. Tuttavia, per rispondere in
tutta sincerità alla sua domanda, le dirò tutto quello che sono
in grado di descrivere. Ho lavorato per più di vent'anni come
ingegnere fisico elettronico nel reparto biologico del centro di
ricerca nucleare di Saclay (Francia). Il mio lavoro consisteva
nel costruire delle apparecchiature elettroniche e
meccano-elettroniche che servivano ai biologi per le loro
sperimentazioni....
Queste sperimentazioni consistevano
soprattutto nel somministrare diverse sostanze radioattive agli
animali, o nel cibo, o tramite punture, per stabilire poi in
quale proporzione queste sostanze si ritrovavano nei diversi
organi e negli escrementi........
....Qualche volta gli animali
venivano anestetizzati, ma soltanto per non far disturbare
l'esperimento dai loro movimenti inconsulti, mai per motivi
morali, cioè per risparmiare loro delle sofferenze. In alcuni
casi gli animali morivano dopo l'esperimento ed i loro corpi
venivano gettati nella spazzatura. In altri casi venivano
sezionati vivi per prelevare loro certi organi che servivano per
successivi analisi. Ho potuto vedere più volte i fatti seguenti:
- L'apertura della pancia di un
coniglio o di un ratto vivo tramite forbici o scalpelli (gli
organi che interessavano erano l'intestino, il fegato, i reni,
ecc.) senza badare minimamente agli urli strazianti dell'animale
che veniva vivisezionato.
L'accecamento di un animale vivo
tramite un ago oppure una cannula di vetro per togliere il
sangue od il liquido oculare.
Il taglio di un animale vivo con una
fresa od una sega - come viene affettato un prosciutto.
La tritatura di pulcini vivi tramite
un tritacarne ed altri casi ancora.
Posso testimoniare che i biologi in
genere eseguivano questi compiti non soltanto a sangue freddo,
ma, al contrario, ce la mettevano tutta per operare senza la
minima compassione. Secondo il loro spirito di gruppo, ogni loro
manifestazione di sensibilità sarebbe stata interpretata come
segno di debolezza oppure di incapacità professionale......
In genere le biologhe sembravano
essere quelle più insensibili, quelle che, nella loro fredda
crudeltà, superavano i più bravi fra i loro colleghi maschili.
Quando vedevo quelle piccole mani femminili ed il sorriso freddo
ed indifferente di queste donne di fronte a quelle sofferenze
orrende che loro stesse stavano causando, mi dicevo che per
niente al mondo avrei voluto essere sposato con una di loro."
Firmato da Michel Brieère
(pensionato) ex ingegnere nel Centro Nucleare di Saclay,
Francia.