LA
PROVINCIA PAVESE
Le denunce dell'Enpa - da tempo diciamo che gli animali di
Pavia erano su siti tedeschi -
Cani spariti, interviene il ministero La sottosegretaria Martini ha chiesto chiarimenti all'Asl di Pavia
di Maria Grazia Piccaluga
PAVIA.
Il grido di allarme dell’Enpa di Pavia è arrivato negli
uffici del ministero del Welfare. Il sottosegretario
Francesca Martini ha chiesto chiarimenti all’Asl. L’Enpa da
mesi solleva interrogativi sul destino dei cani pavesi, una
volta fuori dal canile sanitario. Ne entrano più di 500 ogni
anno, solo il 40% viene restituito ai padroni che l’hanno
smarrito. Il restante 60% va in adozione. Una missione non
facile quella di trovare una famiglia ai randagi,
soprattutto se non si tratta di cuccioli. Lo sanno bene
all’Enpa di Voghera che gestisce il canile comunale, sempre
saturo, o i volontari della “Lega del cane” di Travacò che
in queste settimane hanno dovuto chiedere persino
“ospitalità” per tre cani a un altro rifugio, quello di
Villanterio, perché la loro struttura è al completo. In
particolare a preoccupare l’Enpa di Pavia sono le foto,
pubblicate su siti stranieri, di cani pavesi. «Su un sito
tedesco nel maggio del 2007 comparivano le foto di Bettina,
Gullit e Radon solo per citarne alcuni - spiega Lorenza
Tardino dell’Enpa pavese -. Cani che risultavano, in quello
stesso periodo, presenti al canile di Pavia. Basterebbe
sfogliare i registri. Una cosa quanto meno strana». Un
particolare che aveva spinto anche il Comune di Pavia, e in
particolare l’allora assessore Pinuccia Balzamo, a
interessarsi del problema. «Non basta consultare l’anagrafe
canina della Regione Lombardia che rivela il luogo in cui il
cane è stato adottato - dice ancora Tardino -. E nemmeno
telefonare a chi risulta essere il padrone affidatario.
Bisogna fare controlli reali. Ovvio che se il cane è fuori
regione, o addirittura all’estero, i controlli diventano
effettivamente difficili». L’associazione chiede al
ministero di indagare sul fenomeno dei prestanome e anche
sul rispetto del regolamento che prevede che i privati
possano richiedere e adottare non più di due cani a testa.
Ma anche di far luce sui sospetti di un “mercato” parallelo
verso altri Paesi, tra cui la Germania. E ieri l’appello è
stato raccolto dallo staff del sottosegretario del Welfare,
Francesca Martini, da sempre impegnata nella tutela degli
animali e contro il loro sfruttamento, che ha chiesto
ulteriori chiarimenti su quanto accade a Pavia.
LA
PROVINCIA PAVESE
L'ex assessore Assurdi i trasferimenti tra due canili
PAVIA. «Il canile di Pavia per anni ha avuto problemi di sovraffollamento. A un certo punto si è svuotato. Certo, merito anche della campagna con microchip che ha permesso di restituire molti cani ai legittimi proprietari. Ma il problema di questo svuotamento ce lo eravamo posto anche noi come assessorato, volevamo capirne meglio la dinamica» spiega Pinuccia Balzamo assessore all’Ecologia nella precedente amministrazione. «Soprattutto volevamo essere certi che i cani catturati a Pavia non finissero altrove, magari lontano, dove non sarebbero stati controllabili» spiega. Per questo nell’autunno 2008 fu riunita la consulta delle associazioni animaliste. Il Comune inviò una lettera all’Asl di Pavia chiedendo che i cani accalappiati a Pavia non venissero adottati fuori provincia. «Ha poco senso che passino da un canile come quello di Pavia, che ha anche un’area riservata allo sgambo», a un altro canile».
LA
PROVINCIA PAVESE
LA REPLICA
PAVIA.
Da quando entra nella struttura di Strada Paiola, e nei
seguenti 60 giorni, l’Asl ha il controllo del cane. «La
competenza dell’Asl termina alla scadenza del preaffido del
cane (60 giorni) che in seguito può essere ceduto mantenendo
la ritracciabilità, secondo le normative vigenti, dalle
associazioni a privati cittadini senza che venga comunicato
nulla al canile sanitario. Pertanto la terminologia
“centinaia di cani scomparsi” è riferibile unicamente a cani
che risultano ceduti in affido definitivo in altre città,
regioni o all’estero ma la cui competenza non rientra
nell’ambito dell’Asl di Pavia e dell’anagrafe canina della
Regione Lombardia». Il dipartimento di Prevenzione
veterinaria effettua a campione sopralluoghi a sorpresa
quando i cani si trovano in preaffido o ceduti sul
territorio provinciale. E se l’animale è in territori
diversi il compito è demandato all’Asl di riferimento. Ma
l’azienda pavese non specifica quanti controlli siano stati
fatti e con quali esiti. |
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